Bruxelles – Fumata nera in occasione dell’ultimo rendez-vous che ha visto Microsoft ancora una volta sedersi al tavolo delle autorità europee nella capitale belga: il CEO dell’azienda, Steve Ballmer, non è riuscito a portare a casa il sospirato accordo sull’applicazione delle sanzioni decise dalla Commissione Europea nel procedimento antitrust contro l’azienda.
L’incontro era stato richiesto dallo stesso Ballmer dopo che lo scorso marzo la Commissione aveva avvertito l’azienda di non ritenersi soddisfatta delle modalità scelte da Microsoft per rispettare quanto deciso dall’Antitrust, una posizione che nelle scorse ore non sembra essere mutata di una virgola ma che rischia di provocare invece a breve vistose conseguenze.
“Oltre un anno è passato – ha affermato un portavoce della Commissione – E oggi ci troviamo in una posizione nella quale non possiamo dire che siamo soddisfatti di come Microsoft abbia adempiuto a quella decisione”.
Il portavoce ha anche sottolineato come il commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes, non sembri disponibile ad attendere ulteriormente le mosse di Microsoft. “La signora Kroes – ha spiegato il portavoce – ha dichiarato che la Commissione si attende che la decisione adottata nel marzo del 2004 sia rispettata con urgenza e in pieno, e ha aggiunto che se non sarà così la Commissione sarà tenuta a prendere provvedimenti formali per garantire gli adempimenti previsti”.
L’urgenza espressa dalla Commissione non è certo cosa nuova ma è tanto più comprensibile ora, dopo che alcuni grossi player del settore si sono di recente appellati alla Corte di Giustizia europea proprio sulla questione delle sanzioni antitrust.
Queste, come si ricorderà, non solo comprendono una multa di 497 milioni di euro ma prevedono anche la commercializzazione di una versione ridotta di Windows. Ennesima fonte di conflitto tra Microsoft e autorità europee è la scelta del nome di questa “nuova” versione del sistema operativo. Infine, come noto, ed è su questo che oggi si sta alzando la temperatura, la Commissione ha imposto a Microsoft la condivisione con i suoi competitor di tutte le informazioni utili alla realizzazione di middleware perfettamente compatibili con Windows: le autorità europee non condividono le modalità e i prezzi di licenza previsti da Microsoft per i suoi concorrenti.