News Corp ha scritto al commissario europeo alla competizione Joaquín Almunia per prendere una posizione contro la proposta di accordo di Google per chiudere il contenzioso che la vede chiamata in causa dalle istituzioni europea dal novembre del 2010.
Allora fu un’agguerrita coalizione di concorrenti sul mercato del search generalista e settoriale di attori dell’advertising online a chiedere l’intervento di Bruxelles: secondo tutti loro Mountain View favorirebbe nei risultati offerti dal motore di ricerca i propri servizi a discapito di quelli dei concorrenti.
A queste accuse Google ha risposto con una serie di promesse di intervento che fanno parte della proposta di accordo che la Commissione deve valutare per metter fine all’accusa antitrust: pur essendo state già giudicate dal vicepresidente della Commissione Almunia “accettabili”, contro di esse si sono espressi gli editori europei.
Ora, è il CEO di News Corp Robert Thomson ad intervenire direttamente, affermando che Mountain View “vuole sfruttare la sua posizione di mercato dominante per distorcere la competizione” e che la proposta di “cinque anni di accordo” è assurda, dal momento che “cinque anni sono un’eternità in tempo di Internet”.
Calcando l’attacco nei confronti di Mountain View, Thomson definisce Google “una piattaforma per la pirateria e la diffusione di reti malware” i cui poteri “aumentano ogni giorno”.
Per quanto, dunque, l’aggregazione dei contenuti da parte di Google sia “egregia”, la trasformazione “dall’originale visione luminosa delle origini all’attuale gestione cinica” rappresenterebbe non solo un danno a livello commerciale, ma anche un profondo costo sociale.
La Commissione, dice Thompson, si trova dunque a dover valutare la proposta di accordo di Google in un momento cruciale e che per questo non può essere superficiale nella scelta .
La risposta di Mountain View non si è fatta attendere e lo ha fatto con stile: citando una famosa prima pagina di uno dei giornali di News Corp, The Sun , ha ribattuto che il tycoon Murdoch “vorrebbe farci mangiare il suo criceto”. Intendendo che se l’australiano vuole parlare di controllo delle informazioni, qualità dei contenuti e possibile derive, dovrebbe prima guardarsi in casa.
Claudio Tamburrino