L’Unione Europea ha imboccato la strada dell’uniformazione della materia della tutela dei consumatori: il Commissario UE alla Giustizia Viviane Reding ha lanciato una proposta di diritto europeo per la vendita, che faccia da cappello ai singoli diritti nazionali in materia.
In particolare, la Direttiva proposta , per il momento come scelta opzionale, punta ad eliminare i costi inaspettati di servizi apparentemente gratuiti ma in realtà forniti in automatico e la presentazione dei prezzi al netto, a chiarire i diritti per quanto riguarda il recesso , eliminare i sovrapprezzi per acquisti con carta di credito e a introdurre il divieto di presentazione di opzioni già spuntate in automatico : insomma, la normativa europea vorrebbe eliminare i pericoli che si annidano nelle clausole scritte in piccolo o in maniera oscura per i consumatori, nonché quelle opzioni date in automatico anche se dovrebbero essere facoltative.
Inoltre, darebbe ai consumatori diritti chiari e univoci in materia di sostituzioni e garanzie.
L’ obiettivo è quello di spingere il volume degli acquisti online transfrontalieri : solo 7 consumatori su 100 si fidano e solo il 9,3 per cento delle aziende riesce a lavorare fuori dai confini nazionali nel mercato comunitario.
Gli stati membri avranno due anni per implementare a livello nazionale la nuova normativa .
Non tutti sono tuttavia d’accordo: l’associazione europea delle Unioni dei Consumatori ( BEUC ) ha espresso perplessità, contestando in particolare la scelta di rendere il tutto ancora opzionale, ma soprattutto il fatto che i consumatori non sono tanto spaventati dalle pratiche scorrette nei loro confronti quanto da frodi e ritardi delle consegne.
Claudio Tamburrino