Si comincia a comporre il puzzle riguardante la nuova procedura di indagine aperta dalla Commissione Europea nei confronti di Microsoft e del suo browser Internet , e i primi pezzi li mette a disposizione BigM stessa. Nella sua periodica comunicazione alla SEC, l’organismo che controlla il mercato azionario statunitense e che riceve puntuali rapporti dalle company quotate in Borsa, l’azienda guidata da Steve Ballmer fa il punto sulla sua situazione in seno all’antitrust d’oltreoceano.
Secondo quanto riferito , la Commissione si accingerebbe a chiedere a Microsoft e ai produttori di PC di consentire, all’atto dell’ordine di un computer, di scegliere quale browser installare sullo stesso: e ciò “nonostante gli utenti e i produttori OEM siano già liberi di caricare qualunque browser su Windows”. Inoltre, spiega BigM, “potremmo essere invitati a disabilitare alcune parti di codice di Internet Explorer se un utente scegliesse un browser concorrente”.
Dunque la faccenda potrebbe richiedere più che qualche semplice accorgimento per essere risolta, e anzi costringere i tecnici di Redmond a rivedere sia le procedure di installazione che la struttura stessa del suo OS consumer – che oggi è relativamente integrata con la presenza di IE. In ogni caso, Microsoft chiarisce di avere ancora due mesi di tempo per presentare una propria memoria difensiva e, in seguito, ci sarà spazio anche per un eventuale appello alla decisione della Commissione.
Infine, forse anche in relazione all’altra procedura di indagine aperta in seno alla UE e relativa alle pratiche di interoperabilità di Office, Microsoft ha informato la SEC che la Commissione Europea starebbe pensando di elevare un’altra multa di importo “significativo” , basandosi sui “dati di vendita di Windows nell’Unione”. Mancando ulteriori dettagli, non è possibile al momento effettuare una stima precisa sull’entità di questa nuova possibile sanzione.