Le istituzioni europee stanno cercando di mettere mano alla questione della tassazione delle multinazionali che operano nel mercato unico e per farlo puntano ora sulla trasparenza . Secondo il testo approvato in prima lettura dal Parlamento europeo, le multinazionali con un fatturato globale pari o superiore a 750 milioni di euro dovranno obbligatoriamente divulgare i propri dettagli fiscali .
In particolare, le multinazionali dovranno fornire ai governi la lista di tutte le società affiliate, il numero di impiegati a tempo pieno, l’ammontare del fatturato netto, il capitale dichiarato, l’utile o la perdita prima dell’imposta sul reddito, l’importo dell’imposta sul reddito pagata durante l’anno fiscale, l’ammontare dei guadagni totali, se l’impresa o le affiliate beneficiano di un trattamento fiscale preferenziale e altre informazioni eventualmente rilevanti. Il tutto attraverso un sistema denominato Country By Country Reporting (CBCR).
Attraverso tale sistema, pertanto, l’UE vuole affrontare il problema dell’evasione intracomunitaria delle imprese multinazionali che, secondo la Commissione europea, costa ai Paesi UE tra i 50 e i 70 miliardi di euro l’anno: il meccanismo sfruttato dalle aziende, in particolare che offrono servizi non localizzabili in un determinato territorio.
La questione è d’altra parte la stessa che ha portato la Commissione europea ad investigare sul sistema fiscale agevolato previsto dall’Irlanda nei confronti di alcune aziende ICT che, in forza della loro natura multinazionale e dell’intangibilità dei servizi che offrono, possono dirottare in Paesi a tassazioni agevolate gli introiti generali altrove: secondo Bruxelles in questo modo Dublino avrebbe per esempio attirato nei suoi confini Cupertino, che opera dall’isola irlandese con un regime fiscale bloccato a livelli particolarmente favorevoli.
Nel testo ora approvato sono tuttavia previste delle eccezioni , introdotte su pressione dei gruppi conservatori, secondo le quali potranno essere concesse dagli Stati membri alla luce di eventuali informazioni commercialmente sensibili delle deroghe: tali eccezioni sono state fortemente criticate da Oxfam Italia, secondo cui , per quanto il testo in sé rappresenti un passo avanti, ha dei difetti strutturali rappresentati da queste eccezioni: “Il provvedimento del Parlamento europeo amplia l’elenco delle informazioni societarie soggette all’obbligo di pubblicazione. Allo stesso tempo, però il provvedimento contiene alcuni punti deboli, che rischiano di minarne l’efficacia e la portata come misura anti-abuso”.
Il testo adottato a Strasburgo rappresenta in ogni caso solo il primo passo dell’iter burocratico che vedrà ora l’intervento e la discussione dei Governi dell’Unione.
Claudio Tamburrino