Quale deve essere il corretto rapporto tra la preesistente rete telematica in rame e l’impegno necessario a sviluppare l’accesso di nuova generazione (NGA)? Stando alle linee guida comunicate dal Commissario Neelie Kroes, per far fiorire la rete in fibra non è necessario ridurre i costi alla tecnologia di connettività in rame.
Kroes, Commissario Europeo per l’Agenda Digitale dal febbraio del 2010, parla di linee guida generali volte a migliorare gli investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture NGN sul vecchio continente. E tra queste linee guida vi è appunto la constatazione del rapporto tra vecchia e nuova rete, fatte le dovute analisi.
Il Commissario definisce “complessa” la questione sull’eventuale incremento degli investimenti sulla NGN con un calo dei prezzi per la rete in rame imposto dalla UE, una questione dove “diversi fattori spingono in diverse direzioni” e che alla base ha la difficoltà di mettere in pratica queste eventuali imposizioni di riduzione dei costi.
Ma soprattutto, dice Kroes, “dopo aver analizzato tutti i dati, e vista la significativa relazione tra le reti in rame e di nuova generazione, non siamo convinti che un calo programmato dei prezzi del rame farebbe aumentare gli investimenti per la NGA”.
Gli attuali investimenti per la rete in fibra procedono “relativamente bene” in alcuni dei paesi membri dove il prezzo del rame sono simili o al di sopra della media europea, sostiene Kroes. Neanche a dirlo, la posizione del Commissario viene salutata con favore da parte degli incumbent nazionali – Telecom Italia, l’esempio italiano, d’ora in poi potrebbe anche vedere legittimata una posizione volta a congelare i prezzi per l’unbundling dell’infrastruttura di rame nazionale con le prevedibili conseguenze sul costo degli abbonamenti ADSL agli utenti finali.
Alfonso Maruccia