Il tanto atteso voto dei governi dell’UE sulla proposta di regolamento per contrastare gli abusi sessuali sui minori, noto anche come regolamento sul controllo delle chat, è stato rinviato dalla presidenza belga del Consiglio con poco preavviso. Questo rappresenta un ulteriore fallimento nel tentativo di adottare una posizione comune su una questione che ha suscitato accesi dibattiti e preoccupazioni riguardo alla privacy online e alla crittografia sicura.
La proposta del controllo delle chat
Come promemoria, all’inizio del 2022 la Commissione Europea aveva presentato una proposta controversa: introdurre il controllo di tutte le chat private e le comunicazioni digitali dei cittadini europei. L’intento dichiarato era quello di individuare contenuti illegali come pedopornografia o attività di adescamento online.
Tuttavia il metodo proposto prevedeva di “scansionare” preventivamente tutti i messaggi, anche quelli criptati end-to-end (come WhatsApp o Signal) che in teoria garantiscono la privacy degli utenti. In pratica, significherebbe controllare le chat private di tutti i cittadini, a prescindere da sospetti specifici. Una vera e propria violazione della privacy.
Molti esperti avevano criticato questa proposta, facendo notare che simili controlli di massa rischierebbero di generare moltissimi “falsi positivi“: cittadini assolutamente innocenti potrebbero essere erroneamente identificati come autori di contenuti illegali dall’algoritmo di scansione, senza esserlo davvero.
La reazione degli oppositori al controllo delle chat
Patrick Breyer, eurodeputato e negoziatore per il suo gruppo al Parlamento europeo, ha accolto con entusiasmo la notizia del rinvio, sottolineando l’importanza dell’impegno e della resistenza di individui e organizzazioni in tutta Europa nel contrastare quella che viene percepita come una proposta di controllo totalitario e indiscriminato delle chat. Breyer ha ringraziato tutti coloro che hanno preso posizione contro il regolamento, definendo il risultato come una vittoria temporanea contro un “controllo orwelliano delle chat“.
Nonostante il rinvio, Breyer avverte che gli “estremisti della sorveglianza” tra i governi dell’UE e la Commissaria Ylva Johansson, soprannominata “Grande Sorella”, non si arrenderanno facilmente e potrebbero tentare nuovamente di costruire una maggioranza qualificata nei prossimi giorni. L’eurodeputato si interroga su quando i governi impareranno dal Parlamento europeo che una protezione dei minori efficace, a prova di tribunale e in grado di raggiungere la maggioranza, richiede un nuovo approccio, che si concentri soprattutto sulla prevenzione dei minori, piuttosto che sulla sorveglianza di massa.
Un dibattito senza precedenti che divide l’opinione pubblica
Breyer sottolinea come la spinta al controllo indiscriminato delle chat sia senza precedenti nel mondo libero e divida le organizzazioni di protezione dei minori, le vittime di abusi, le altre parti interessate e i governi. L’eurodeputato invita a ricominciare da capo, basandosi sul consenso, come proposto dal Parlamento europeo, convinto che sia possibile proteggere molto meglio i bambini e tutti i cittadini.
Questa proposta ha sollevato grande preoccupazione perché significherebbe una sorveglianza indiscriminata, e di massa, di comunicazioni personali e private. Inoltre l’uso dell’intelligenza artificiale per analizzare contenuti “sconosciuti” e mai visti prima, potrebbe portare a errori e falsi positivi. Persone innocenti rischierebbero di essere associate o accusate ingiustamente di diffondere materiale illegale.
Inoltre, si propone di esentare dai controlli le chat dei dipendenti di agenzie di sicurezza e militari. Questo solleva preoccupazioni sulla equità e trasparenza di queste misure. Perché controllare le chat private dei comuni cittadini e non quelle di chi dovrebbe vigilare sulla sicurezza di tutti?
Cosa succederà ora?
Con il ritiro da parte del Consiglio dell’UE del voto, il processo legislativo si trova di fronte a una nuova incertezza. La proposta tornerà al tavolo da disegno, mentre la Commissione europea e il Parlamento europeo continueranno a deliberare sul modo migliore di procedere.
Le discussioni riprenderanno dopo l’estate, quando si insedierà il nuovo Parlamento e l’Ungheria assumerà la presidenza del Consiglio dal Belgio a luglio. L’Ungheria si è già impegnata a sviluppare un quadro legislativo completo per prevenire e combattere l’abuso sessuale dei minori online e a rivedere la direttiva contro lo sfruttamento sessuale dei bambini.
Si prevede che i prossimi negoziati saranno molto controversi, soprattutto perché il Parlamento europeo si è fermamente opposto a qualsiasi misura che possa aggirare la crittografia end-to-end. Gli Stati membri e il Parlamento hanno tempo fino all’aprile 2026 per trovare un accordo. Questa data è cruciale, poiché scadrà un’esenzione esistente che consente ai social network di auto-moderare i contenuti, eliminando potenzialmente le attuali salvaguardie contro la condivisione di immagini sensibili.
I cittadini dell’UE sono chiamati a non abbassare la guardia
Nel frattempo, i sostenitori della privacy e le organizzazioni per i diritti digitali continueranno probabilmente a esprimere le loro preoccupazioni, esortando i cittadini dell’UE a rimanere vigili e impegnati nel dibattito sulla privacy e la sorveglianza digitale.