Milano – Non si può parlare di annullamento del fin qui ambizioso percorso verso il roaming zero all’interno dei confini dell’Unione Europea, ma di sicuro la soluzione trovata dalla Commissione Europea per mettere d’accordo operatori e consumatori non avvantaggia questi ultimi. Se resta valido il principio che vuole la cancellazione progressiva di ogni differenza di tariffazione per l’abbonato ovunque si trovi nel Vecchio Continente, ora sono previste delle limitazioni ben precise soprattutto per quanto attiene la navigazione dati : un meccanismo di protezione degli interessi degli operatori contro gli abusi.
Quello che è avvenuto è che la Commissione ha trovato una soluzione che accontentasse tutti e 28 i paesi membri per definire il cosiddetto “fair use”: l’utilizzo lecito delle reti nazionali ed estere finisce per prevedere un tetto di 4 mesi consecutivi da parte dei cittadini che si trovano all’estero e mantengono un rapporto fisso col paese d’origine (es: studenti Erasmus, lavoratori pendolari), trascorsi i quali gli potrebbe essere chiesto conto del loro operato ed eventualmente – dopo 14 giorni di preavviso – anche di pagare per il traffico in eccedenza effettuato.
Alla fine ha poi prevalso anche la linea conservativa per ciò che attiene il tetto imposto a chi gode di tariffe particolarmente vantaggiose: soprattutto in nord-Europa ci sono operatori che offrono pacchetti tutto-incluso a prezzi invitanti, ma non assisteremo a una migrazione in massa di abbonati verso quelle nazioni. In queste circostanze, infatti, sarà possibile imporre un tetto massimo di traffico voce e dati oltre il quale scatterà una tariffa maggiorata . Infine, anche dopo giugno 2017 per le telco sarà possibile chiedere una deroga al roaming zero se si verificheranno specifiche condizioni: se, in conseguenza dell’abbattimento delle tariffe, fossero in grado di dimostrare di perdere più del 3 per cento del proprio fatturato, allora scatteranno delle misure di sicurezza per consentire delle eccezioni alla regola.
Tutto questo in quadro generale in cui mancano ancora alcuni tasselli . Manca un’armonizzazione delle frequenze a livello continentale, la discesa dei prezzi all’ingrosso (wholesale) è stata oggetto di una intensa contrattazione che ha portato a un compromesso che allunga i tempi per il roaming dati fino al 2021 e non ha chiarito ancora tutti i punti oscuri. Il problema è, manco a dirlo , “nord contro sud”: i paesi più spesso visitati dai turisti in vacanza, Italia compresa, saranno quelli più penalizzati in termini di roaming visto l’afflusso soprattutto durante l’estate dei clienti di altre nazioni, dunque sono stati la voce più alta che ha sostenuto la necessità (e sostiene ancora) di ripensare queste regole in termini meno drastici.
Quel di buono che c’è per i cittadini è la decisione di non consentire alle telco di adottare sistemi di monitoraggio differenti da quelli già in essere : quindi non ci sarà una valutazione del tipo di servizio utilizzato, in particolare per quanto attiene il traffico dati, ma soltanto una misura della volume generato dal singolo utente in roaming. Alle authority nazionali però, infine, resterà comunque il potere di operare indipendentemente delle modifiche alle regole generali per il proprio mercato domestico: la frammentazione, quindi, prosegue.
Luca Annunziata