La Commissione Europea ha approvato il piano nazionale italiano da 4 miliardi di euro per la banda larga ad alta velocità .
L’istituzione europea doveva verificare che tali investimenti fossero in linea con la normativa europea in materia di aiuti di Stato , ovvero che non costituissero un mezzo per sostenere le aziende locali rispetto a quelle concorrenti degli Stati Membri: il confronto era principalmente con gli orientamenti sulle reti a banda larga del 2013 che mirano a garantire, tra l’altro, che il finanziamento pubblico non si sostituisca agli investimenti privati e ad assicurare la possibilità di utilizzo da parte di altri prestatori di servizi su base non discriminatoria proteggendo in tal modo la concorrenza effettiva.
Dal momento che gli investimenti saranno principalmente indirizzati per portare l’accesso veloce a Internet in aree in cui non è al momento disponibile , secondo la Commissione non falseranno indebitamente la concorrenza. In questo modo, come spiega Margrethe Vestager, Commissario responsabile della politica della concorrenza, “il piano per la banda larga ad alta velocità (…) aiuterà il paese a dotarsi delle infrastrutture necessarie, contribuendo così alla creazione di un mercato unico digitale connesso nell’UE”.
La strategia italiana, infatti, mira ad aumentare la copertura di connessioni ad alta velocità, contribuendo così al raggiungimento dell’obiettivo nazionale dell’ 85 per cento di popolazione e 100 per cento di edifici pubblici (in particolare scuole e ospedali) con una connettività di almeno 100 Mbps ; inoltre – come sottolinea la Commissione – “comporterà la spesa di denaro pubblico in aree poco servite senza escludere gli investimenti privati”; “promuoverà l’utilizzo delle infrastrutture esistenti creando una base di dati con le informazioni pertinenti” e incoraggerà gli offerenti ad utilizzare le reti esistenti il più possibile; “stimolerà la concorrenza tra operatori e al livello di mercato al dettaglio”, con l’obiettivo di garantire che la nuova infrastruttura sia aperta a tutti gli operatori interessati; concederà gli aiuti di Stato mediante gare di appalto aperte conformi alla normativa di riferimento italiana e dell’Unione.
Per farlo finanzierà completamente la nuova infrastruttura , che resterà dunque di proprietà pubblica, con la previsioni di un incarico per concessionario della gestione della rete.
Il via libera di Bruxelles, dunque, permetterà ora di far esordire il nuovo piano di investimenti nel settore, che si aggiunge a quello del dicembre del 2012 con il quale l’Italia aveva messo a disposizione per la banda ultralarga 2,5 miliardi di euro.
Il sottosegretario alle Comunicazioni Giacomelli ha ringraziato l’UE per la luce verde e la collaborazione e ha sottolineato che si tratta di “uno dei più importanti processi di modernizzazione economica della storia della Repubblica”. D’altra parte, come sottolinea, “sbaglia chi pensa che le aree bianche siano poco interessanti dal punto di vista economico”: si tratta di “7300 comuni italiani su 8mila e 13 milioni di cittadini” e l’Istat ha parlato di potenziali benefici in termini di produttività tra i 7 ed il 23 per cento a seconda delle regioni e dei settori.
Claudio Tamburrino