Un minaccioso provvedimento – statement of objections – inviato dai vertici della Commissione Europea al quartier generale di Samsung. Nella visione preliminare delle autorità antitrust del Vecchio Continente, le ingiunzioni permanenti richieste dal gigante coreano nella guerra brevettuale con Apple – quelle per il blocco delle vendite dei dispositivi di Cupertino nei paesi membri – risulterebbero un abuso di posizione dominante.
Nello specifico , Samsung potrebbe sì richiedere una messa al bando dei vari gadget della Mela – di fatto, una pratica possibile per i casi di violazione della proprietà intellettuale – ma non in maniera così automatica nei casi concreti di tecnologie standard (o comunque essenziali per lo sviluppo del mercato, ad esempio il 3G) o concesse a condizioni Fair, Reasonable And Non-Discriminatory (FRAND), cioè giuste, ragionevoli e non discriminatorie .
“I diritti di proprietà intellettuale rappresentano una pietra angolare nel mercato unico – ha spiegato il Commissario Europeo alla concorrenza Joaquín Almunia – Ad ogni modo, questi stessi diritti non dovrebbero mai portare ad abusi quando si tratta di tecnologie standard essenziali per l’industria, cioè quelle che portano grandi benefici ad aziende e consumatori”.
La Commissione Europea ha tirato in ballo lo standard relativo alle reti 3G UMTS, adottato in Europa dopo l’impegno promesso da Samsung per lo sfruttamento di licenze FRAND . Poi, la guerra infinita con il colosso di Cupertino, inaspritasi con la maxi-multa da oltre 1 miliardo di dollari nello scorso agosto. Meno di una settimana fa, Samsung ha fatto cadere definitivamente la sua richiesta d’ingiunzione permanente per il blocco delle vendite di Apple in Europa.
Nel frattempo, sul sito BrightWire è apparsa una brevissima notizia a proposito di una nuova causa legale intentata in Corea del Sud dallo stesso gigante asiatico contro Cupertino, accusata di aver violato la proprietà intellettuale in relazione al suo centro notifiche per la gestione di posta e altre attività sullo schermo di un iPhone .
Mauro Vecchio