L’accordo tra i 27 paesi membri dell’Unione Europea, per una significativa revisione della Direttiva comunitaria sull’accesso alle informazioni nel settore pubblico . In attesa della definitiva approvazione del Parlamento a Bruxelles, i cosiddetti open data saranno a disposizione di sviluppatori, aziende e privati cittadini ad un costo molto basso o in maniera gratuita.
“Sta arrivando un grande cambiamento culturale”, ha cinguettato il vicepresidente della Commissione Europea Neelie Kroes, annunciando la ratificazione del nuovo pacchetto di regole entro le prossime settimane. Alle singole autorità nazionali verrà dunque chiesto di aggiornare i rispettivi impianti legislativi entro un tempo massimo di 18 mesi .
Per la prima volta, il flusso di dati provenienti da musei, biblioteche e archivi sarà disponibile in modalità aperta e soprattutto in formati leggibili dalle più recenti macchine informatiche. Le varie istituzioni nel settore pubblico potranno applicare una tariffa minima a coprire i costi marginali derivanti dalla condivisione dei dati al pubblico.
Dalle cartine geografiche ai dati sul traffico, dai pacchetti informativi sulle attività aziendali ai vari procedimenti giudiziari . I vertici della Commissione Europea sperano che una vasta quantità di dati grezzi possa essere riciclata per l’integrazione in nuovi prodotti o servizi, ad esempio quei sistemi di navigazione satellitare o le applicazioni delle previsioni meteorologiche o finanziarie.
L’aggiornamento della direttiva europea non rappresenta il primo sforzo nella pubblicazione dei dati in formato aperto. Oltreoceano, voluto dall’Amministrazione Obama, il portale data.gov ha reso possibile l’accesso ad una corposa quantità di dati provenienti dalle varie agenzie federali a stelle e strisce. In uno studio analizzato dalla Commissione d’Europa, la condivisione aperta dei dati pubblici dovrebbe apportare benefici (diretti e indiretti) economici per un valore complessivo di 40 miliardi di euro all’anno .
Mauro Vecchio