Il vicepresidente della Commissione Europea e Commissario con delega al Mercato Unico Andrus Ansip è tornato a parlare dei progetti di armonizzazione del copyright nel Vecchio Continente, collegandolo in maniera indissolubile al mercato unico .
Il dibattito in seno alla Commissione Europea è stato riaperto le scorse settimane con un documento (riservato ma filtrato online) che dovrebbe rappresentare le istanze di base sulle quali le istituzioni intendono delineare il percorso che dovrebbe portare alla modernizzazione della normativa europea relativa al copyright/diritto d’autore: il tutto sulla scia che ha portato lo scorso maggio la Commissione a redigere la Digital Single Market Strategy (DSMS) nella quale le istituzioni europee promettono politiche ed interventi legislativi in diverse aree tra cui quella della proprietà intellettuale.
L’ occasione per tornare a parlarne pubblicamente è stata offerta ad Ansip dalla conferenza CEIPI sul Copyright organizzata dall’Università di Strasburgo: qui il Commissario ha dichiarato che riformare ed uniformare la materia “semplicemente, significa permettere alle persone che in un paese si iscrivono a servizi legati a contenuti online – come potrebbero essere libri, film, musica o streaming di eventi sportivi – di utilizzare tali servizi anche quando si trovano a viaggiare”.
Ansip ha inoltre riferito che la riforma del copyright è “un modo per dare alle persone un accesso migliore ai contenuti culturali che vogliono. Un’evoluzione, non una rivoluzione” che serve per mettere mano alla marea di eccezioni che al momento gravano sui contenuti a seconda del paese membro da cui vi si vuole fare accesso. Il tutto con l’obiettivo di eliminare gli ostacoli e creare finalmente un mercato unico dei contenuti europei.
EU #copyright reform is about giving people better access to the cultural content they want. This is an evolution, not a revolution #CEIPI
– Andrus Ansip (@Ansip_EU) November 24, 2015
Così, come già si affermava nel documento online, Ansip ribadisce che la volontà non è quella di rivoluzionare il settore (per esempio con l’introduzione di un diritto d’autore/copyright unico), ma – più pragmaticamente – di diminuire le eccezioni previste dalle singole normative nazionali ed in particolare quelle che costringono a complesse contrattazioni in caso di licenze multiterritoriali e ridurre gli ostacoli del geoblocking in modo tale da permettere la portabilità dei beni immateriali.
Claudio Tamburrino