La Commissione Europea ha stabilito che l’Irlanda ha garantito, tramite il proprio sistema fiscale, aiuti statali a favore di Apple, permettendogli di risparmiare fino a 13 miliardi di euro di tasse. Una cifra che ora dovrà essere recuperata.
Irish tax rulings to Apple are illegal state aid. Effective taxation as low as 0,005 pct. #Apple has to repay up to €13 billion unpaid tax.
– Margrethe Vestager (@vestager) 30 agosto 2016
La questione è quella che dall’inizio del 2014 sta cercando di affrontare l’Unione Europea, ovvero la lotta all’aggiramento della tassazione tramite lo sfruttamento di escamotage capaci di sfruttare le dinamiche del mercato unico, in particolare il dirottamento di profitti verso paesi con un regime fiscale vantaggioso.
Dal 2014 si parla dell’intenzione della Commissione europea di approfondire la questione dell’aliquota agevolata offerta dall’Irlanda: una tassazione fin troppo bassa, tanto da apparire un vero e proprio aiuto di stato per le aziende che ne hanno beneficiato. Così, fin dall’inizio erano stati esplicitamente riconosciuti come obiettivi dell’investigazione le aliquote agevolate di Lussemburgo, Olanda ed Irlanda , e quelle aziende con più divisioni ed affiliate, tra cui Apple, Starbucks e Fiat. Nei confronti di Apple già diversi Paesi, tra cui l’ Italia e l’ Australia , avevano aperto indagini ad hoc che hanno per esempio portato Roma a negoziare un risarcimento di 318 milioni di euro.
La conclusione delle indagini condotte negli scorsi tre anni dalle istituzioni europee sul sistema di aiuti statali adottato dall’Irlanda a favore di aziende multinazionali, ora, conferma quanto anticipato nelle scorse ore: le politiche di Dublino hanno permesso a Cupertino di pagare appena l’1 per cento di tasse sui profitti generati in Europa nel 2003 e addirittura solo lo 0,005 per cento nel 2014 .
Un’agevolazione che risale addirittura al 1991 e che ruota intorno alle società irlandesi del Gruppo Apple Apple Sales International e Apple Operations Europe : tramite di esse Cupertino avrebbe incamerato in Irlanda quanto incassato anche nel resto dei Paesi del mercato unico europeo.
Come spiega il Commissario europeo alla competizione Margrethe Vestager: “Gli Stati membri non possono riservare benefici fiscali a determinate aziende dal momento che tale comportamento costituisce un aiuto di stato illecito.”
La decisione era peraltro stata anticipata da una certa tensione internazionale: il Dipartimento del Tesoro statunitense ha accusato le istituzioni europee di creare, con l’indagine nei confronti di Apple, “uno sfortunato precedente in materia di politica internazionale fiscale” e comportarsi come una vera e propria forza fiscale sovranazionale.
Ora, infatti, Apple dovrà restituire quella somma multimiliardaria: la Commissione non può agire in senso strettamente punitivo, ma può stabilire il recupero degli aiuti statali illecitamente emessi fino ad un periodo di 10 anni precedenti alla prima richiesta di informazioni sulla questione (nel caso in questione dunque, dal 2013). Pertanto l’Irlanda dovrà recuperare da Cupertino le tasse non pagate fin dal 2003 che ammontano, appunto, a circa 13 miliardi di euro più interessi . Tale cifra potrebbe inoltre essere spartita fra diversi Stati membri se questi riusciranno a stabilire il legame tra determinati profitti generati da Apple ed i propri mercati.
Naturalmente la decisione sarà oggetto di appello da parte di Apple, e anche l’Irlanda ha espresso il proprio disappunto , nonostante non sia stata colpita da alcuna sanzione.
Claudio Tamburrino