I rappresentanti del Parlamento Europeo sembrano ormai giunti al culmine della sopportazione. I dettagli in corso di negoziazione del famigerato Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) devono aprirsi al dibattito pubblico , mettendo in pratica un fondamentale principio di trasparenza.
È stato un fermo appello super partes quello del Parlamento del Vecchio Continente, supportato dalle più diverse coalizioni politiche. Unite per presentare una risoluzione comune da discutere e approvare in sessione plenaria a Strasburgo. Obiettivo primario, obbligare l’Unione Europea a tenere informati tutti i parlamentari sui progressi in vista dell’ormai noto trattato globale anticontraffazione .
Un obbligo legato alle predisposizioni del Trattato di Lisbona – entrato in vigore il primo dicembre del 2009 – che assegna al Parlamento Europeo la facoltà di approvare o meno le nuove regole che dovrebbero estendere la tutela della proprietà intellettuale. E non si è parlato soltanto di trasparenza .
I parlamentari d’Europa hanno espresso un netto rifiuto nei confronti dell’ipotesi di ACTA di estendere il regime dei tre colpi – o delle disconnessioni dei netizen – per combattere il file sharing e gli attentati alla proprietà intellettuale. A questa opposizione si è aggiunta poi quella riguardante un’altra ipotesi di ACTA, relativa al controllo ai confini del contenuto di dispositivi mobile che possano archiviare contenuti pirata.
Ma, in particolare, la risoluzione comune recentemente presentata a Strasburgo ha come obiettivo quello di conoscere nel dettaglio l’intero iter di negoziazioni di ACTA . Documenti che non dovranno più essere analizzati grazie alle sempre più frequenti fughe su Internet, bensì discussi in maniera trasparente, pubblica.
Altrimenti il discorso della trasparenza potrebbe trasformarsi in una grana legale per la Commissione Europea, così minacciata dalla risoluzione parlamentare stessa. Christian Engström, parlamentare europeo legato al Partito Pirata, ha parlato non solo di trasparenza, ma anche di una necessità fondamentale: che ACTA parli effettivamente di contraffazione .
“Se deve esserci un trattato – ha spiegato Engström sul suo blog – allora questo deve regolamentare semplicemente la contraffazione dei beni di consumo. Roba come le borse fasulle o certo viagra venduto online. Quindi non dovrebbe affatto toccare tematiche cardine come le fondamentali libertà dei cittadini connessi alla Rete”.
Mauro Vecchio