Dal Comitato sulle Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni del Parlamento Europeo arriva una nuova proposta di legge per la protezione delle comunicazioni elettroniche, un’iniziativa che mira a modernizzare le vecchie regole risalenti al lontanissimo 2002 e fornire nuove garanzie di privacy e sicurezza ai cittadini del Vecchio Continente attivi sulla Rete telematica globale.
La proposta parte dal fatto che il mondo di oggi è praticamente irriconoscibile rispetto a quindici anni fa, con nuovi operatori “Over The Top” (OTP) che offrono servizi sostitutivi rispetto a quelli degli operatori preesistenti ma non sono soggetti agli stessi obblighi di legge.
Anche le comunicazioni M2M (Machine to Machine), la Internet delle Cose e gli altri dispositivi “smart” sempre più interconnessi non vengono prese adeguatamente in considerazione, esponendo perciò l’utenza al rischio di violazione della privacy o di compromissione dei dati sensibili.
Contro questi rischi il Comitato del parlamento europeo propone l’obbligo, per i fornitori di accesso alle comunicazioni elettroniche, di “fornire sufficiente protezione contro l’accesso non autorizzato o l’alterazione dei dati di comunicazione”, con la garanzia ulteriore della “confidenzialità e sicurezza” delle trasmissioni grazie all’utilizzo di soluzioni di crittografia end-to-end allo stato dell’arte.
Si tratta, in sostanza, della cancellazione definitiva delle famigerate “backdoor” per l’accesso privilegiato alle comunicazioni richieste a gran voce dai governi in Europa , Regno Unito , USA o altrove nel mondo, con tanto di proibizione esplicita per la richiesta di “decodifica, reverse engineering o monitoraggio di tali comunicazioni” da parte dei governi membri della UE.
La nuova proposta di legge dovrà ora superare lo scoglio non indifferente del voto nel Parlamento UE, anche se la recente approvazione definitiva della nuova regolamentazione sulla privacy e la protezione dei dati (GDPR) offre qualche appiglio alla speranza di successo dell’iniziativa.
Alfonso Maruccia