La lente della Commissione Europea sulle presunte spintarelle cinesi nel mercato ICT, con i colossi asiatici Huawei Technologies e ZTE Corp già finiti nel mirino delle autorità comunitarie. Il commissario per il Commercio Karel De Gucht starebbe cercando l’appoggio dei vari stati membri per avviare le indagini anti-dumping sui presunti aiuti statali ricevuti dalle due aziende – tra i maggiori produttori di soluzioni tecnologiche per le telecomunicazioni – in terra cinese.
Nelle intenzioni manifestate da De Gucht, il tentativo di trovare la più attiva collaborazione da parte delle singole autorità nazionali, oltre che delle principali telco del Vecchio Continente. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters , produttori come Alcatel-Lucent e Nokia Siemens Networks avrebbero espresso un secco rifiuto per il timore di essere allontanati dal redditizio mercato asiatico proprio dai leader Huawei e ZTE.
Nel mirino delle autorità europee era finita una linea di credito – valore stimato, 30 miliardi di dollari – concessa ai vertici di Huawei dalla China Development Bank . Il governo di Pechino avrebbe così stanziato fondi illeciti per permettere alle due aziende locali di abbassare notevolmente i prezzi sui mercati esteri, come appunto quelli dei vari paesi d’Europa . De Gucht ha programmato una riunione con i singoli ministri nazionali nel corso di un meeting che si svolgerà a Dublino entro la fine di questa settimana.
Con base a Shenzhen, ZTE Corp ha deciso di interrompere qualsiasi legame commerciale in Iran, una concessione agli Stati Uniti che avevano denunciato la vendita di prodotti per attività di sorveglianza e soppressione dei diritti umani . Una indagine avviata da Cisco aveva infatti puntato il dito contro la vendita non autorizzata di apparecchiature informatiche di provenienza statunitense da parte di ZTE alla più grande società di telecomunicazioni iraniana.
Mauro Vecchio