Il trilogo fra Commissione, Parlamento e Consiglio dell’Unione Europea incentrato sulle nuove regole per la riservatezza è sfociato in una bozza da cui dovrebbe uscire la tanto discussa “privacy unica” valida per tutti i cittadini del Vecchio Continente.
L’armonizzazione delle singole normative nazionali in regole pienamente europee è un problema su cui a Bruxelles si dibatte da tempo , con la tempistica che prevede l’adozione delle nuove norme da parte dei singoli stati UE entro il 2017. L’Unione Europea vorrebbe riconoscere la privacy come un diritto fondamentale dei cittadini comunitari, anche se al momento il suo rispetto è controllato con maggiore attenzione in alcuni stati membri rispetto a tutti gli altri.
La bozza su cui si discute nel trilogo prevede novità di rilievo come la possibilità di imporre multe pesanti alle corporation che abusano dei dati degli utenti online, il diritto all’oblio valido su tutto il territorio UE, un limite massimo di tre giorni per comunicare eventuali brecce nella sicurezza da parte delle aziende, e l’imposizione delle nuove regole anche alle aziende estere che trattano dati dei cittadini presenti sul suolo europeo.
A ulteriore riprova delle ambizioni regolatorie delle autorità di Bruxelles, un emendamento dell’ultima ora prevedeva addirittura l’obbligo, per i giovani fra i 13 e i 16 anni , di chiedere il consenso dei genitori prima di registrarsi a servizi in rete come social network quali Facebook, Twitter e altri. In ogni caso, una successiva versione del testo della bozza stabilisce che saranno gli stati membri a decidere.
La nuova privacy in salsa europea costerà miliardi di dollari in multe e costi aggiuntivi, si lamentano le corporation d’oltreoceano, e non è un caso che la proposta di Bruxelles sia stata formulata proprio a partire dalle controversie che hanno abbattuto lo storico accordo Safe Harbor con protagonisti i colossi di rete americani.
Anche le organizzazioni non profit come Electronic Frontier Foundation (EFF), che da tempo si battono per la difesa della riservatezza e dei diritti digitali degli utenti, dicono di non essere per nulla soddisfatte di quello che si prepara a Bruxelles: la nuova normativa comunitaria è troppo draconiana, denuncia EFF , e nello sforzo di difendere la privacy a tutti i costi non contiene salvaguardie sufficienti per la difesa del diritto di espressione in Rete con procedure di rimozioni automatiche pronte per essere abusate.
Alfonso Maruccia