Londra – A proteggere i contenuti offerti online da BBC mediante il suo iPlayer sarà un DRM Microsoft. Dopo la consultazione pubblica durata otto settimane, BBC Trust, l’organismo incaricato di rappresentare gli abbonati e di bilanciare gli innumerevoli interessi in gioco, ha deliberato .
A poco sono valsi i 10608 pareri espressi nella consultazione, dall’ analisi dei quali sono emersi “un deciso orientamento a preferire un sistema che sia disponibile per tutti gli utenti, non solo per gli utenti Microsoft, e una forte resistenza nei confronti dei sistemi DRM”. A poco vale la tendenza in atto, per cui Apple in primis ha ripensato la sua strategia e ha spinto EMI a virare verso un’offerta che possa fare a meno dei sistemi DRM. BBC, per il download on demand dei suoi programmi (non per il simulcast in streaming), ha confermato quanto annunciato ad inizio anno, optando per il sistema DRM Microsoft: nessuna alternativa sarebbe in grado di tutelare gli interessi in gioco, garantendo tempestività nel rispettare la tabella di marcia.
È così che il download da Internet dei contenuti BBC sarà possibile solo per un periodo di tempo limitato dopo la programmazione, e il file si dissolverà dall’hard disk dell’utente entro trenta giorni.
Alle rivendicazioni del pubblico abbonato, che, proprio in virtù del canone, ritiene di avere il diritto di fruire dei contenuti liberamente, BBC risponde ricordando che i contenuti trasmessi sono spesso concessi da terzi in base a delle licenze. Per garantire al pubblico la piena fruizione di questi contenuti anche attraverso la Rete, si dovrebbero rinegoziare le condizioni con i detentori dei diritti. Per BBC, del resto, non sarebbe possibile offrire i contenuti di sua proprietà senza restrizione alcuna: dovrebbe rinunciare al significativo valore commerciale che deriva dalla loro riproposizione attraverso altri circuiti , come quello dei DVD, un valore indispensabile per finanziare le attività del broadcaster.
Per quanto riguarda il supporto tecnologico alla soluzione DRM based, nonostante la ferma intenzione di garantire l’interoperabilità per il suo iPlayer, BBC non ha trovato alcuna alternativa a Microsoft , con la quale aveva siglato un accordo lo scorso anno: solo Windows XP o superiori, con Media Player 10 o superiori, possono garantire, secondo BBC, l’aderenza agli standard di protezione stabiliti.
Se dal mondo dell’industria non si sono levate voci di dissenso, sono gli abbonati e le associazioni di consumatori a rivendicare la possibilità di fruire dei contenuti non solo mediante sistemi operativi differenti, ma anche mediante versioni precedenti degli stessi software Microsoft. Replica BBC: finché non sarà disponibile un lettore neutrale rispetto alla piattaforma, la soluzione Microsoft è l’unica via percorribile. L’opzione dello streaming non in simulcast, interoperabile, è stata esaminata e cassata . Eccessivi i costi, innumerevoli gli svantaggi, in termini di qualità.
BBC prospetta il raggiungimento dell’ interoperabilità del sistema DRM nel giro di due anni , quando il vantaggio del “primo arrivato” potrebbe risultare incolmabile, promette di sondare il terreno ogni sei mesi, ma attribuisce la responsabilità a terzi , nella fattispecie ad Adobe, Apple, Real Media.
Già BoingBoing aveva letto nell’approccio di BBC un tradimento, forse ingenuo, rispetto ai suoi valori. Una resa , che avrebbe costretto gli inglesi, per fruire di programmi trasmessi dalla loro tv pubblica, ad adottare un sistema operativo statunitense, e ad accondiscendere ad un atteggiamento prono al volere dell’industria.
Anche Linux Journal avverte : BBC potrebbe vedere sgretolarsi tutta la credibilità guadagnata presso coloro che avevano apprezzato la sua strategia improntata all’apertura e all’innovazione nella declinazione della sua offerta. Inutile dire, poi, che quello di BBC, in un momento in cui tutti i network pubblici si muovono verso la rete, RAI compresa, potrebbe diventare un utile precedente per giustificare scelte restrittive.
Gaia Bottà