Come ipotizzato ieri, la Competition and Markets Authority (CMA) ha ordinato a Meta di vendere Giphy. Al termine dell’indagine avviata a giugno 2020, l’autorità antitrust del Regno Unito ha stabilito che l’acquisizione può ostacolare la concorrenza e limitare la competizione nel mercato della pubblicità digitale.
Meta-Giphy: acquisizione non approvata
In linea con i risultati preliminari dell’indagine approfondita (fase due) di metà agosto, la CMA ha comunicato che Meta deve vendere Giphy, in quanto l’acquisizione effettuata l’anno scorso incrementerebbe ulteriormente la sua posizione dominante nel mercato. Ciò potrebbe avvenire in due modi:
- negando o limitando l’accesso alle GIF di Giphy e quindi aumentando il traffico verso Facebook, Instagram e WhatsApp
- cambiando le condizioni del servizio, in modo da chiedere ai concorrenti (ad esempio TikTok, Twitter e Snapchat) di fornire più dati degli utenti per accedere alle GIF di Giphy
L’autorità antitrust ha inoltre verificato che l’eventuale acquisizione avrebbe avuto conseguenze per il mercato del “display advertising“. Prima dell’accordo, Giphy aveva lanciato servizi pubblicitari ed era in procinto di sottoscrivere accordi con alcune aziende. Giphy sarebbe quindi diventato un concorrente di Meta, ma in seguito all’acquisizione i suddetti servizi sono stati interrotti.
Dopo aver ritenuto insufficienti le soluzioni proposte dall’azienda di Menlo Park, la CMA ha deciso che l’unico rimedio possibile è la vendita di Giphy. L’autorità spiega però nel report finale che il disinvestimento non sarà un’operazione semplice perché i dipendenti di Giphy sono già passati a Meta. Pertanto, Meta dovrà fornire tutto il supporto tecnico, organizzativo e finanziario per consentire a Giphy di ripristinare la precedente attività.
Ovviamente l’azienda di Menlo Park potrà presentare appello. La CMA ha avviato un’indagine anche sull’acquisizione di ARM da parte di NVIDIA. Nei prossimi mesi sapremo se il risultato finale sarà lo stesso.