Meta ha comunicato che eseguirà l’ordine imposto dalla CMA (Competition and Markets Authority) del Regno Unito, quindi venderà Giphy. Si conclude così la vicenda iniziata oltre due anni fa, quando l’autorità antitrust ha avviato l’indagine sull’acquisizione da 400 milioni di dollari. Il disinvestimento avrà effetto in tutto il mondo.
Fine della storia: Meta vende Giphy
Meta (all’epoca si chiamava ancora Facebook) aveva annunciato l’acquisizione a maggio 2020. Circa un mese dopo, la CMA ha avviato la fase 1 dell’indagine per verificare se l’operazione poteva ostacolare la concorrenza e limitare la competizione nel mercato della pubblicità digitale. La fase 2 era iniziata ad aprile 2021 e ha portato all’ordine di vendere Giphy a fine novembre 2021.
In seguito al ricorso presentato dall’azienda di Menlo Park, il Competition Appeal Tribunal (CAT) aveva rigettato cinque dei sei motivi di impugnazione, chiedendo però alla CMA di rivedere la decisione perché non erano stati consegnati a Meta tutti i documenti, violando quindi il diritto alla difesa.
L’autorità antitrust ha confermato quanto scoperto durante l’indagine, aggiungendo ulteriore prove di terze parti (consegnate a Meta e Giphy). L’acquisizione potrebbe incrementare il potere di mercato di Meta attraverso la limitazione dell’accesso alle GIF di Giphy da parte della concorrenza o la modifica dei termini di accesso (ad esempio obbligando i clienti di Giphy a fornire più dati degli utenti).
L’acquisizione potrebbe inoltre avere un impatto negativo sul mercato del display advertising (Giphy aveva pianificato il lancio di un servizio concorrente a quello di Meta). La CMA ha pertanto ordinato a Meta di vendere Giphy. L’azienda di Menlo Park ha confermato che rispetterà la decisione dell’autorità antitrust.