L’indiscrezione di fine gennaio è stata confermata: NVIDIA ha annunciato che non acquisirà più ARM da SoftBank. La transazione non può essere conclusa a causa dell’impossibilità di ottenere l’approvazione da parte delle varie autorità antitrust. La multinazionale giapponese preparerà un’offerta pubblica entro il 31 marzo 2023.
NVIDIA-ARM: matrimonio impossibile
NVIDIA aveva annunciato l’accordo con SoftBank a settembre 2020, indicando che la transazione sarebbe stata conclusa in circa 18 mesi, quindi entro marzo 2022. Come accade per ogni acquisizione è necessario superare lo scoglio delle varie autorità antitrust nel mondo. La Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito ha avviato un’indagine per verificare eventuali conseguenze negative per la concorrenza e l’esistenza di possibili pericoli per la sicurezza nazionale. Anche la Commissione europea ha avviato un’indagine, ravvisando le possibili limitazioni che NVIDIA potrebbe imporre ad altre aziende. La FTC ha invece deciso di bloccare l’operazione.
Visti gli ostacoli insormontabili, NVIDIA e SofBank hanno deciso di interrompere ogni trattativa. La transizione da quasi 40 miliardi di dollari non può essere conclusa. In base ai termini dell’accordo firmato il 13 settembre 2020, SoftBank tratterà gli 1,25 miliardi di dollari versati da NVIDIA come anticipo non rimborsabile, mentre l’azienda californiana conserverà la sua licenza ARM della durata di 20 anni.
SoftBank sperava nella conclusione della transazione perché il suo valore era legato al prezzo delle azioni di NVIDIA. La cifra iniziale di circa 40 miliardi di dollari era aumentata fino a 87 miliardi a novembre 2021 (oggi è circa 66 miliardi). L’azienda giapponese ha quindi deciso di preparare una IPO (offerta pubblica iniziale) entro il 31 marzo 2023. Difficilmente però incasserà la stessa somma promessa da NVIDIA.