A Londra il West End era una zona commercialmente compassata, nel tipico stile british che si è diffuso nel mondo tra un thè delle cinque e una caccia alla volpe. Ci si poteva trovare un ben educato maglioncino con collo a V o una calda sciarpa di buon vecchio cashmere. Fino a quando, il 20 novembre 2004, Steve Jobs in persona ha inaugurato uno spazio di quasi 30mila piedi quadrati (circa 2800 mq), meglio noto al mondo come Apple Store.
Sono passati appena cinque anni, ma Regent Street si è ormai trasformata in una delle mete preferite dai maniaci dello shopping, in particolare di quello ad alto tasso tecnologico. Stando alle dichiarazioni degli stessi negozianti , l’arrivo delle grandi vetrate dell’Apple Store ha funzionato da catalizzatore per una serie di altri grandi marche che si sono poi riunite per ripiegare il cashmere nella soffitta delle tradizioni ed abbracciare il modello di brand del commercio identitario del nuovo millennio.
E questo ha giovato ancora di più all’Apple Store di Regent Street che ha recentemente festeggiato un dato piuttosto significativo : il negozio della Mela ha fatto registrare guadagni pari a 2mila sterline (circa 2800 euro) al piede quadrato (0,09 mq). Che poi è una cifra pari a tre volte i guadagni di Harrods . Che poi significa che l’Apple Store di Regent Street è diventato il più profittevole di tutta Londra.
“Se si pensa a com’era questa zona cinque anni fa – ha dichiarato l’editor di Retail Week Magazine Tim Danaher – c’erano solo negozi che vendevano abbigliamento tradizionale. Ora è una zona trasformata completamente per uno shopping di prima classe. Quando i rivenditori statunitensi hanno bisogno di un posto per sbarcare in Europa, pensano immediatamente a Regent Street come porto d’attracco”.
Fino a questo momento, Apple ha aperto in tutto il Regno Unito 23 negozi, annunciando che altri saranno a venire nel prossimo futuro. Il primato di Londra costituirà probabilmente uno stimolo in più per Microsoft che sta allestendo i suoi MS-Store, per il momento solo negli USA. In attesa di sbarcare a Regent Street, la nuova mecca della tecnologia.
Mauro Vecchio