Stando a quanto riferito dal Guardian BT Group, maggiore provider britannico, avrebbe affossato il progetto di implementare Webwise nella sua infrastruttura. L’ISP aveva infatti ricevuto diversi reclami riguardo l’ utilizzo della tecnologia sviluppata da Phorm .
Nella spiegazione ufficiale BT Group ha fatto sapere di voler conservare risorse economiche in vista di un investimento da 1,5 miliardi di sterline per la progettazione di servizi sempre più veloci da attivare entro il 2012: “Continuiamo a credere che il behavioral advertising offra notevoli benefici sia per i clienti che per gli inserzionisti – ha spiegato un portavoce del provider – in ogni caso il nostro obiettivo rimane lo sviluppo del broad band di prossima generazione. Dobbiamo quindi livellare le risorse in questa direzione”.
Non tutto è perduto per Phorm dunque. BT Group sembra lasciare uno spiraglio aperto per un possibile cambio di rotta futuro: “Pur non avendo intenzione di implementare Webwise adesso continueremo a seguire i progressi di Phorm e prenderemo in considerazione ogni ipotesi prima di completare il nostro piano”.
Dal canto suo Phorm non sembra scomporsi troppo e, nonostante il tracollo in borsa, incassa la notizia dicendo che “non è certo la fine del mondo”. L’azienda di pubblicità comportamentale infatti sta stringendo rapporti con possibili partner in altri 15 nazioni. Gli estimatori dell’advertising mirato non sembrerebbero dunque mancare. (G.P.)