Carcere a vita: la riforma legislativa propugnata nel suo discorso al Parlamento dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra punta ad inasprire pesantemente le punizioni per chi si macchiasse di reati informatici. Un inasprimento che riguarderebbe in modo significativo anche minacce che causassero danni economici, sociali o ambientali: nei casi peggiori, Oltremanica non si faranno scrupoli a fare dei colpevoli un esempio.
La Serious Crime Bill di cui ha parlato la Regina andrebbe a modificare l’attuale legge vigente: Computer Misuse Act . L’aumento della pena sarebbe consistente: nei casi di sabotaggio informatico si passerebbe da 10 a 14 anni di reclusione, e se tale sabotaggio causasse vittime umane si potrebbe arrivare alla galera a vita. Naturalmente si tratta solo di una proposta, emendabile o del tutto cancellabile, ma tale da rendere il Regno Unito uno dei paesi meno ospitali per coloro i quali approfittino a fini di lucro o per scopi diversi delle proprie conoscenze informatiche. Norme specifiche sono previste pure per i crimini sessuali, in particolare per i predatori di minori.
Il vero nodo da sciogliere sarà la distinzione tra ciò che sarà lecita attività svolta da un hacker, per esempio impegnato in un pen-test , e quanto invece sarà un crimine vero e proprio. Le associazioni che difendono i diritti civili nel Regno Unito sono scettiche sulla formulazione attualmente data alla proposta di legge, anche se proviene da una fonte autorevole come la casa reale: di parere opposto il ministro Karen Bradley , che afferma che la nuova legge “garantirà che nel caso di serie attacchi i responsabili ricevano la punizione che meritano”. ( L.A. )
Nota (06/06/2014) – Una prima versione dell’articolo riportava la possibilità della pena di morte come punizione per i reati informatici. Tale informazione era errata. L’articolo è stato modificato di conseguenza per meglio rispecchiare la proposta di legge avanzata. Ci scusiamo con i lettori per l’errore.