Roma – Oggi in Italia ricevere una telefonata nazionale sul proprio cellulare non costa nulla. Per il momento, questo vale anche per il mercato del Regno Unito, ma le cose potrebbero cambiare: Ofcom , ossia l’Authority TLC locale, sta valutando l’opportunità di introdurre nel mercato della telefonia mobile l’applicazione di una tariffa per le chiamate in entrata. Come negli Stati Uniti.
L’idea del regolatore britannico – di cui parla il Financial Times – non piace agli operatori telefonici, che motivano la propria contrarietà con il fatto che gli utenti non sarebbero mai disposti a pagare per ricevere una telefonata. FT osserva come nei mercati in cui vige questa regola (quello americano in primis) la telefonia mobile abbia un tasso di penetrazione meno elevato, la convenienza di utilizzo del cellulare sia inferiore e lo sviluppo tecnologico segua un ritmo più lento.
Alla base delle valutazioni di Ofcom c’è la volontà di affrontare il problema delle tariffe di terminazione applicate dagli operatori mobili a livello wholesale , cioè all’ingrosso, sulle quali l’Authority è intervenuta con dei provvedimenti regolatori che hanno fissato un tetto massimo a tali tariffe e che avranno effetto fino al 2011. L’ente dichiara di aver preso in considerazione questa possibilità con l’intento di far emergere questa tipologia di costi, finora ignorata dall’utenza e nota solo nei rapporti commerciali tra operatori di telefonia.
All’applicazione delle tariffe di terminazione si è inoltre opposta Viviane Reding, Commissario UE per la Società dell’informazione e i Media, che le vorrebbe abbattere con l’obiettivo di ridurre i costi sostenuti dagli utenti e contemporaneamente di rilanciare la competizione sui servizi. Tariffe eccessive, secondo Reding, che le ha definite “denaro garantito” per le compagnie telefoniche, per le quali rappresenterebbero una quota dei profitti tra il 15 e il 20%.
Times Online riferisce inoltre che Ed Richards – direttore generale e CEO di Ofcom – ha dichiarato di condividere gli obiettivi di Viviane Reding e che nella consultazione pubblica che l’Autorità britannica ha varato in materia saranno valutate tutte le opportunità senza alcun pregiudizio.
Analisti e altri addetti ai lavori si sono già espressi sull’argomento. Jonathan Groocock di Investec ritiene che un cambiamento significativo come quello prospettato da Ofcom nell’assetto tariffario oggi in vigore si tradurrà in un fattore di beneficio per BT e in un elemento critico per gli operatori mobili. BT oggi paga un miliardo di sterline l’anno per le chiamate fisso-mobile, mentre tra compagnie di telefonia mobile il volume d’affari scambiato ammonta a 1,5 miliardi di sterline. 3 UK , che dichiara di aver pagato nell’ultimo anno 190 milioni di sterline agli operatori incumbent , ritiene che le tariffe di terminazione frenino la competitività del mercato. Vodafone, si legge in un altro articolo del FT, si è rivolta al commissario Reding per evidenziare i risultati di un’indagine condotta su un campione di 9mila utenti, da cui emergerebbe la catastrofica prospettiva di un eventuale abbandono del mercato della telefonia mobile da parte di oltre 40 milioni di consumatori, in caso di introduzione a livello UE del modello USA che prevede la tariffazione delle telefonate ricevute.
Sarà dunque interessante vedere i risultati dell’audit varato da Ofcom e le valutazioni conseguenti. Fino al 2011, comunque, l’attuale assetto tariffario – che non prevede addebiti sulle chiamate in entrata, se non per telefonate ricevute in roaming – non subirà variazioni.
Dario Bonacina