È trascorso un mese da quando la giustizia del Regno Unito ha sospeso la legge britannica che ha introdotto nel quadro normativo il diritto alla copia privata: la possibilità offerta al cittadino di creare delle copie dei contenuti legalmente acquistati è stata contemplata solo per pochi mesi, e con ogni probabilità non verrà più concessa.
La High Court di Londra, chiamata alla revisione della recente normativa dalle associazioni Musicians’ Union , British Academy of Songwriters , Composers and Authors (BASCA) e UK Music , nel mese di giugno aveva giudicato illegale la disciplina della copia privata sulla base dell’ insufficienza di prove messe a disposizione dal legislatore: si sarebbe dovuta dimostrare l’irrilevanza del danno inferto agli aventi diritto dalle abitudini dei cittadini prima di iniziare a contemplare questo diritto senza prevedere alcun sistema di compensazione.
La decisione della High Court ha ora assunto una forma definitiva in seguito al cambio di fronte del governo: il segretario di stato per il Department for Business, Innovation and Skills , riferisce la High Court , ha ammesso che prima dell’approvazione dell’eccezione al diritto d’autore previsto per la copia privata sarebbe stato necessario analizzare la situazione con più attenzione . Non è dato sapere cosa riservi il futuro per i cittadini che hanno legalmente acquistato dei contenuti e desiderino realizzare delle copie per poterne fruire più liberamente: “Il Segretario di Stato al momento non ha deciso riguardo ad alcun progetto – spiega la High Court – e desidera riservarsi tempo per riflettere prima di prendere qualsiasi ulteriore decisione”.
Nel limbo restano le copie realizzate dai cittadini tra il mese di ottobre e il mese di giugno , intervallo temporale nel quale l’eccezione della copia privata è stata ammessa dal quadro normativo britannico: la High Court stima siano nell’ordine dei diversi milioni e ha scelto di non pronunciarsi riguardo alla loro legittimità. Il tribunale si è limitato a confermare l’annullamento della disciplina della copia privata a partire dal mese di giugno e ha demandato la responsabilità di dibattere sull’opportunità di annullare retroattivamente la legge ad eventuali procedimenti che vengano sollevati tra detentori dei diritti e soggetti accusati di violare la legge: solo in quel contesto si potrà stabilire se la temporanea eccezione della copia privata abbia generato confusione fra i cittadini o la convinzione, valida solo per pochi mesi, di poter fruire liberamente di un contenuto legalmente acquistato; solo in quel contesto potranno emergere gli elementi che concorreranno alla decisione di annullare anche retroattivamente la legge, con tutta la visibilità che un atto del genere comporta.
Gaia Bottà