Il governo britannico è riuscito a mobilitare il parlamento per far approvare la proposta di legge DRIP ( Data Retention and Investigatory Powers ) in una sola settimana , un autentico record che per le autorità è giustificato dalla necessità di continuare a difendere i bravi cittadini da terroristi e spauracchi digitali sempre in agguato.
L’urgenza della legge ha origine dagli effetti delle ultime decisioni europee in materia di data retention , decisioni che eliminano l’obbligo di conservare i dati delle comunicazioni dei cittadini del Vecchio Continente e che naturalmente valgono anche per il Regno Unito. Se da una parte stati europei come Austria, Slovacchia, Slovenia e Romania hanno agito per adeguare il quadro normativo all’orientamento europeo, il Regno Unito si è mosso in senso opposto, decretando la necessità di conservare i dati sulle telecomunicazioni e l’obbligo per le aziende estere di consegnarli in caso di necessità, e giustificando il tutto con l’impellenza della tutela della sicurezza nazionale. In ballo c’era la possibilità, per i funzionari britannici, di continuare a indagare sulle malefatte di “criminali e terroristi” condotte per mezzo delle reti di comunicazione: il tempo per il dibattito era poco anzi quasi nullo, dunque, e la proposta DRIP è divenuta legge lo scorso giovedì come ha confermato anche la House of Commons.
“Se non avessimo agito immediatamente”, ha dichiarato il Segretario di Stato Theresa May dopo l’approvazione di DRIP, “le indagini sarebbero potute finire nel nulla dalla sera alla mattina”. Tanto più che la nuova legge prevede, tra le altre cose , l’istituzione di una Privacy and Civil Liberties Oversight Board per valutare l’impatto della legislazione sulla privacy e le libertà civili e la “scadenza” a termine dei nuovi poteri entro il 2016.
Ma non tutti sono d’accordo con questo punto di vista, e tra i più agguerriti ci sono gli attivisti di Open Rights Group che si preparano a trascinare il governo in tribunale per riaffermare la validità delle regole europee sulla pratica della data retention.
Alfonso Maruccia