UK e Germania, nuove norme per i videogame

UK e Germania, nuove norme per i videogame

Mentre nel paese teutonico vige la linea dura, nel Regno Unito viene introdotto un nuovo sistema di rating per i prodotti videoludici. Saranno premiati quelli che sapranno meglio esprimere lo spirito britannico
Mentre nel paese teutonico vige la linea dura, nel Regno Unito viene introdotto un nuovo sistema di rating per i prodotti videoludici. Saranno premiati quelli che sapranno meglio esprimere lo spirito britannico

I videogame, soprattutto quelli violenti che in molti ritengono essere in grado di tramutare tranquilli cittadini in assatanati killer nella vita reale, sono nuovamente sul banco degli imputati: accade in Germania, dove una nuova normativa al vaglio del Governo propone di rendere illegale qualsiasi gioco venga considerato cruento e inadatto. Diversa, ma comunque simile, si dimostra essere invece l’ennesima mossa del Regno Unito che, abbracciando gli standard europei di classificazione dei titoli, renderà illegale la vendita dei videogame a soggetti di età diversa da quella indicata sulla confezione. E non solo.

Il ban teutonico, destinato a generare polemiche tra i gamer, verrà applicato a tutti i titoli considerati violenti dopo un attento esame, rendendone illegale la vendita. Ma non solo: sarà scoraggiata anche la progettazione e lo sviluppo in loco di titoli che non inneggino al comune senso civile e all’amore fraterno. Per definizione , secondo quanto riportato dal testo della normativa, saranno fuorilegge tutti quei titoli in cui “lo scopo principale è quello di eliminare persone o perpetrare altri tipi di cruenti o inumani atti di violenza contro umani o contro personaggi umanoidi”.

Il testo della nuova legge sarebbe stato approvato all’unanimità da tutti i 16 land che compongono la Germania, e sarebbe attualmente in attesa di approvazione da parte del Parlamento tedesco, che potrebbe dare il via libera entro la fine dell’estate. Secondo le numerose speculazioni addensatesi sulla vicenda nelle scorse ore, la motivazione di una decisione così netta ed estesa sarebbe da ritrovarsi nel pericoloso appeal negativo che tali titoli possono avere soprattutto sui più piccoli, ipotesi a loro parere comprovata da recenti fatti di cronaca che hanno visto un 12enne trucidare una dozzina di persone imitando le mosse di uno dei suoi videogame preferiti, ovvero Counter-Strike .

Grandi manovre sul fronte videogame vengono registrate anche oltre il canale della Manica, terra in cui il governo britannico ha annunciato l’introduzione di un nuovo sistema di rating per i videogame che abbraccia le politiche e gli standard fissati dal Pan-European Game Information ( PEGI ). In seguito all’introduzione del nuovo sistema, i videogame saranno suddivisi in cinque categorie, che segnaleranno titoli adatti ad un audience di 3, 7, 12, 16 e 18 anni.

Con questo sistema non solo si punta ad avere un maggior controllo del mercato, dal momento che darà illegale vendere titoli ad acquirenti che non rientrano nel range di età per cui è consigliato il gioco, ma anche sui produttori stessi, che sono passibili di sanzioni fino a 500mila euro in caso di falsa dichiarazione circa gli effettivi contenuti dei videogame. Infine, ma non meno importante, la possibilità di decidere se un determinato titolo può o non può essere venduto sul mercato britannico. Inoltre, per rilanciare il mercato dei videogame in maniera sana e costruttiva, il governo sta pianificando di agevolare dal punto di vista economico le software house che decideranno di sviluppare titoli “culturally British”. Non sono chiari al momento i canoni richiesti per un prodotto videoludico che rispecchi lo stile di vita e la cultura del Regno Unito.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
19 giu 2009
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