I sospetti delle autorità si sono concentrati su un giovane britannico: ha 16 anni e le forze dell’ordine di Stati Uniti e Regno Unito ritengono sia uno dei responsabili del cracking operato ai danni di alcune figure di spicco dell’intelligence statunitense.
Lo hanno identificato come Cracka, pseudonimo con il quale sono stati rivendicati gli attacchi condotti con il supporto del gruppo “Crackas With Attitude”: le forze dell’ordine britanniche hanno confermato che il giovane, arrestato il 9 febbraio e poi rilasciato, è sospettato di aver violato diversi articoli del Computer Misuse Act del 1990 nell’aver compiuto accessi non autorizzati a sistemi informatici non meglio precisati.
È colui che si presenta a Motherboard come il 16enne fermato a rivelare a quali azioni si riferiscano i capi d’accusa: le forze dell’ordine, riferisce, ritengono sia responsabile dell’ intrusione nell’account email del direttore della CIA John Brennan, ma anche del recente attacco inferto ai sistemi del Department of Justice statunitense, a cui è seguito il rilascio di dati personali di dipendenti della sicurezza nazionale (DHS) e di agenti dell’FBI. Nessun riferimento, invece, all’ incursione ai danni del Director of National Intelligence statunitense James Clapper, altresì rivendicato dal gruppo “Crackas With Attitude”.
Il giovane dichiara di non essere Cracka e si dichiara innocente, almeno fino a prova contraria.
Gaia Bottà