Il 30% dei teenager del Regno Unito ruba il tempo ai compiti per svagarsi sulle piattaforme di social networking: è il prevedibile risultato emerso da Digital Entertainment Survey 2008, un’indagine confezionata dalla britannica Entertainment Media Research per Wiggin .
Il Guardian ha subito approfittato per evidenziare gli effetti di questa tendenza sull’industria televisiva. I giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni non solo hanno tradito la TV con Facebook, MySpace e Bebo, ma stanno alimentando indirettamente una rivoluzione nel campo della pubblicità.
Gli inserzionisti, secondo le valutazioni di Wiggin, dovranno al più presto rispondere ai rinnovati consumi mediatici delle persone. Nel rapporto 2008 si spiega infatti che la maggior parte dei telespettatori inglesi di età compresa tra i 15 e 54 anni guarda i programmi solo dopo averli registrati – saltando così con l’avanzamento rapido i “consigli per gli acquisti”. Negli Stati Uniti sono così preoccupati del fenomeno che alcune società stanno sperimentando spot “rallentati”, così che durante lo skipping si ricrei una sorta di fruizione pubblicitaria normale. Senza contare naturalmente le nascenti soluzioni tecnologiche di “tutela” del consumo pubblicitario.
Ad ogni modo, il 21% dei ragazzi e il 10% delle ragazze preferiscono la dimensione social alla passività della fruizione televisiva e ai compiti scolastici. E si tratta a tutti gli effetti di un fenomeno generazionale, perché se il 55% dei ragazzi naviga regolarmente, la percentuale degli adulti che si intrattiene abitualmente online è del 13%.
Interessanti anche i dati riguardanti l’eventuale ruolo degli ISP nella lotta alla pirateria – al centro di un acceso dibattito proprio nelle ultime settimane. Sette teenager su dieci hanno ammesso che sarebbe piuttosto spiacevole essere beccati con le mani nel sacco. Il 70% del campione di età compresa tra i 15 e 54 anni, inoltre, ha confermato che di fronte ad un richiamo del proprio ISP, per violazione delle norme sul copyright, ogni operazione di downloading verrebbe immediatamente interrotta. Insomma, considerazioni che non possono che rendere felici i produttori di contenuti, sempre più convinti che la lotta alla pirateria debba passare attraverso il coinvolgimento degli ISP.
Le famiglie intanto, dopo aver sdoganato il web , dovranno farsi una ragione di tutte le altre passioni della Generazione Internet , e con loro le scuole: prima erano i videogiochi , ora a distrarre i ragazzi ci si è messo anche il social networking.
Dario d’Elia