Già sospeso e rimandato al 2014 , il processo d’adozione del famigerato Digital Economy Act (DEA) subirà ulteriori ritardi, come annunciato da un portavoce del Department for Culture, Media and Sport in terra britannica. Modellato sui principi di enforcement del diritto d’autore della Dottrina Sarkozy, il piano legislativo contro gli scariconi di Internet non sarà realtà prima dell’anno 2015 . “Per questo genere di cose ci vuole tempo”, ha spiegato il portavoce del dipartimento d’Albione.
Ratificato nel 2010, e perfezionato da regolamenti tecnici stilati negli anni successivi, il testo di legge noto come DEA prevede l’invio a raffica di notifiche ai singoli abbonati di tutti quei provider con più di 400mila clienti. In un breve comunicato stampa, i vertici della Internet Service Provider Association (ISPA) attendevano l’ufficialità del ritardo, a dimostrazione di un’analisi frettolosa e superficiale delle spinose problematiche legate alla tutela del diritto d’autore sulle nuove reti elettroniche.
Lo stesso portavoce del dipartimento britannico ha sottolineato come l’ulteriore ritardo nell’implementazione della legge anti-pirateria sia in parte dovuto alla causa avviata da British Telecom e TalkTalk contro le autorità nazionali, accusando la cosiddetta cura Mandelson di violazione delle direttive europee sul commercio elettronico, sulla protezione dei dati personali e la privacy dei netizen colti con le mani nel sacco della condivisione selvaggia.
Mentre i dati snocciolati da Ofcom illustravano che un cittadino su quattro smetterebbe di scaricare contenuti da Internet per paura di essere disconnesso dal web , la famigerata ghigliottina HADOPI non sembra aver dato i frutti sperati in Francia. Nel recente pacchetto di proposte inviato da Lescure al Presidente Hollande, la misura più drastica delle disconnessioni potrebbe essere sostituita da una semplice multa a carico dei singoli downloader .
Mauro Vecchio