Non languono dietro le sbarre ma si impegnano per riedificare il proprio futuro: i detenuti di un carcere del Regno Unito stanno per imbarcarsi in un programma di reinserimento che li trasformerà in lavoratori ICT, che trasmetterà loro le competenze da spendere una volta tornati liberi.
Sarà il carcere di Wandsworth a portare avanti questa iniziativa e a trasformare i propri detenuti in esperti del networking : potranno spendere le competenze acquisite sul mercato del lavoro, potranno gettare le basi per intraprendere una carriera in un settore avido di manodopera, che nel Regno Unito potrebbe occupare oltre 60mila nuovi lavoratori qualificati.
Impareranno a gestire le reti, si cimenteranno nel cablaggio, seguiranno corsi in presenza e avranno la possibilità di fruire di lezioni somministrate a mezzo e-learning. Per i detenuti che porteranno a termine il percorso di studi, non mancheranno le opportunità di inserirsi nel mondo del lavoro : BeOnsite , un’organizzazione non profit che agisce da raccordo tra le esperienze di formazione e il mercato del lavoro, si occuperà di condurre dei colloqui e di inserire gli ex detenuti con la qualificazione guadagnata all’interno del penitenziario.
Il carcere di Wandsworth, con il supporto di Cisco e di Panduit, si trasformerà in una ICT Prison Academy ( PICTA ), uno dei 23 centri di formazione ICT per detenuti nel Regno Unito. Sono un migliaio gli ospiti delle carceri che hanno aderito al progetto, che si sono inseriti in un ecosistema che incoraggia la socializzazione e consente di ottimizzare il tempo di detenzione per costruirsi un futuro: nel penitenziario viene creato quello che oltre le sbarre è una Cisco Networking Academy , le lezioni che si tengono sono volte al conseguimento di certificazioni quali IT Essentials , i fondamentali di hardware e software, e CCNA , per imparare a gestire le reti, nonché la certificazione ECDL, rudimenti di Java e Unix e abilità di base utili in qualsiasi ambito lavorativo. Nel Regno Unito il 40 per cento dei frequentanti riesce ad inserirsi con successo nel mondo del lavoro , il 35 per cento decide di approfondire gli studi.
“Riabilitare i detenuti affinché possano offrire un contributo positivo alla società pur scontando la loro pena – ha spiegato il ministro David Hanson – significa accontentare sia la comunità sia le imprese”. Per questo motivo il programma avviato nel carcere di Wandsworth non è che l’ultimo di una serie di iniziative portate avanti con la collaborazione di soggetti privati e pubblici, iniziative capaci di soddisfare una mancanza di forza lavoro nel settore IT, settore nel quale le aziende britanniche ricorrono sempre più al reclutamento di talenti esteri .
Iniziative di questo tipo non coinvolgono il solo Regno Unito: carceri di Ungheria, Olanda e Portogallo stanno lavorando a fianco di Cisco per formare e reinserire i propri detenuti. Anche l’ Italia , con dei progetti previsti per sei penitenziari siciliani e con la Casa di Reclusione di Bollate , rappresenta un esempio virtuoso. A cinque anni dall’avvio del progetto nel carcere del milanese sono un centinaio gli studenti coinvolti, numerosi coloro che, dopo il contatto con il mondo del lavoro in regime di semi-libertà, ora lavorano come tecnici informatici di rete o come formatori, per trasmettere ad altri studenti le competenze acquisite.
Gaia Bottà
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