Quello britannico è con ogni probabilità il più grande database di DNA del mondo. Dal 1995 ad oggi sono stati raccolti quasi cinque milioni di campioni, ma spesso l’esistenza stessa di questa sorta di anagrafe ha suscitato delle perplessità anche a livello europeo . Non è un caso quindi se la Human Genetics Commission ha manifestato l’intenzione di regolamentare finalmente una volta per tutte l’attività di questo registro.
Fin dai tempi della sua istituzione, il database è andato evolvendosi senza l’accompagnamento di un vero dibattito politico: il risultato è tangibile anche oggi e lo si osserva nella nebulosa legislazione che avvolge gli uffici di quella che comunque rimane un Istituzione del Regno Unito.
Da quello che emerge da un rapporto stilato proprio dalla commissione, la polizia britannica deterrebbe il controllo pressoché totale dei campioni di DNA. Con il passare del tempo questa sorta di anarchia avrebbe consentito alle forze dell’ordine di esercitare una pressione sempre maggiore sui cittadini : si parla di arresti facili motivati esclusivamente dalla necessità di aumentare le dimensioni della banca dati .
Negli ultimi anni quello che era nato per essere il magazzino di profili criminali britannici sarebbe arrivato a contenere i dati di circa un milione di cittadini incensurati o quasi . Tale eventualità non sarebbe prevista dalla legge britannica e le paventate rimozioni non sembrano avere convinto del tutto le istituzioni. Che adesso vogliono intervenire direttamente.
Giorgio Pontico