A lanciare l’allarme è stato un corposo report di circa 110 pagine, che ha raccolto testimonianze ed opinioni di 2mila genitori in terra britannica. Un’analisi meticolosa sullo sfruttamento sessuale dei minori, nonché sul preoccupante fenomeno della diffusione di massa di prodotti pornografici .
Reg Bailey, attuale CEO dell’organizzazione cristiana Mother’s Union , ha dunque espresso le sue più profonde inquietudini, in particolare per la diffusione ormai dilagante di materiale pornografico alla semplice portata di milioni di adolescenti d’Albione. La sua Independent Review of the Commercialisation and Sexualisation of Childhood ha chiamato in causa le stesse autorità di Londra.
Ad intervenire in prima linea è stato infatti il premier britannico David Cameron, che ha annunciato un vero e proprio giro di vite su certe rappresentazioni pruriginose. Come ad esempio quelle contenute nei manifesti pubblicitari in giro per le città . O in riviste e videocassette vendute in maniera indiscriminata nelle edicole di Londra.
Ma Cameron si è rivolto anche ai vari ISP d’Albione, invitandoli a monitorare con più attenzione quello che passa tra i vasti meandri del web. Il governo britannico potrebbe presto stilare una lista di contenuti online – pornografia in primis – che dovranno essere bloccati o filtrati da tutti i provider del Regno Unito .
Le stesse società operanti sul web dovrebbero predisporre uno speciale bottone legato al parental control, che offra ai genitori britannici la possibilità di oscurare determinati contenuti in presenza dei loro pargoli . Il report di Bailey ha chiesto alle autorità nazionali di predisporre un rigido sistema di controllo che si estenda dai PC casalinghi ai principali dispositivi mobile .
Mauro Vecchio