Fornitori di connettività e fornitori di contenuti si alleano per dare vita a un jukebox celestiale: musica da consumare dietro la corresponsione di un abbonamento. Senza limiti, senza sistemi DRM a presidiare i contenuti, i cittadini della rete non avrebbero più motivi per rivolgersi ai circuiti del file sharing non autorizzato.
A proporre il modello della musica concessa in abbonamento è Virgin Media: oltre a fornire connettività ai cittadini di Sua Maestà, ha stretto un accordo con Universal. La musica dell’etichetta, già disseminata in maniera diversificata su un’infinità di piattaforme quali YouTube e il Peoplès Music Store , entrerà a far parte di un catalogo che l’ISP metterà a disposizione dei propri abbonati: potranno scegliere se attingere alla musica scaricando mp3 , potranno scegliere se ascoltare la musica in streaming dai propri dispositivi connessi . In ogni caso, assicura Virgin, tutti i file scaricati saranno a tutti gli effetti di proprietà dell’utente : nessun sistema DRM impedirà loro di travasare i file da un dispositivo all’altro, non ci saranno scadenze o sistemi di validazione a rendere deperibile la musica.
Il prezzo per gli utenti? L’offerta è ancora embrionale, dovrebbe essere presentata sul mercato prima del periodo natalizio. Virgin stima però già da ora che l’abbonamento mensile possa aggirarsi su una cifra che dovrebbe corrispondere al costo di un paio di CD . Ma verranno altresì presentate diverse offerte non flat: agli utenti sarà concesso di scaricare quantitativi limitati di musica corrispondendo delle quote più contenute. Il CEO di Virgin Media Neil Berket ha assicurato che “in termini di convenienza e di valore, il nostro nuovo servizio sarà superiore a qualsiasi altra offerta disponibile oggi online e garantirà una soluzione equa sia per i consumatori sia per gli artisti”.
Virgin Media, facendo perno sull’iniziativa e auspicando che altre major decidano di aderire, ha assicurato che collaborerà attivamente con l’industria dei contenuti . Il provider, il primo a inviare con solerzia gli avvertimenti ai propri utenti colti ad abusare della propria connessione, non ha mai fatto segreto di considerare la net neutrality un ostacolo all’home entertainment: impegnandosi sul fronte dei contenuti non teme di mettere a rischio la propria infrastruttura e promette di collaborare con i detentori dei diritti per dissuadere gli utenti dall’abitudine al file sharing illegale. L’ISP ha chiarito che non procederà ad alcun tipo di monitoraggio del traffico dei propri utenti. Potrebbe però a procedere a diramare avvertimenti e a infliggere ” sospensioni temporanee ” della durata che potrebbe oscillare “tra pochi minuti e qualche ora”.
Le disconnessioni di durata maggiore, previste dalla dottrina Sarkozy , sbaragliate dal Consiglio Costituzionale francese, e considerate dalle autorità britanniche una soluzione da non raccomandare non vengono prese in considerazione, a favore di altre misure imbracciate per educare i cittadini della rete. Ma tutto ciò potrebbe non essere necessario, a parere del ministro delle Comunicazioni britannico Stephen Carter: “il governo ha un ruolo nel creare la giusta cornice legale e regolaroria per i diritti e per il copyright – ha spiegato – comunque il mercato fiorirà atraverso gli accordi innovativi tra le aziende e accordi come questi contribuiranno a ridurre in maniera significativa l’abitudine alla pirateria”.
Gaia Bottà