Sta suscitando vivo interesse nell’intero web la vicenda legata al blog di un detective britannico che, sotto la protezione dell’anonimato, si lasciava andare a considerazioni personali sul suo lavoro e su questioni politiche. Smascherato da un reporter, l’uomo ha cercato riparo nella giustizia vedendosi negare il mantenimento dell’anonimato, per poi pagare a livello disciplinare le sue esternazioni sul web.
Meglio noto come Night Jack , il detective si era costruito una certa popolarità in rete raccontando il suo lavoro quotidiano in una non meglio precisata cittadina britannica. Nel suo blog confluivano esperienze personali di vita vissuta servendo l’autorità, nonché pareri ed opinioni sull’organizzazione delle forze dell’ordine e sulla situazione politica del paese. Ed è stata proprio la sua crescente popolarità a segnare il punto di rottura: a quanto appreso, il suo blog si è aggiudicato un Orwell prize per la categoria blog, esponendolo quindi a rischio di “identificazione”.
Per questo motivo il detective dalla penna facile si è rivolto alle autorità giudiziarie rivendicando la possibilità di mantenere il suo anonimato, una scelta che non gli è stata possibile dal momento che il giudice del caso ha espresso parere contrario, dando il via a quella che da più parti viene celebrata ora come la morte dell’anonimato sul web britannico. Secondo le argomentazioni del giudice, non vi sarebbe alcun motivo per cui l’ufficiale debba mantenere la sua privacy dal momento che “il blogging costituisce un’attività pubblica piuttosto che privata”.
Inoltre, secondo il parere del giudice preposto al caso, risulterebbe utile sapere chi sia stato ad esprimere certi pareri – contenenti a suo dire anche pesanti critiche per alcuni Ministri e per l’ambiente della Polizia in generale – in maniera da stabilire il valore da poter attribuire a tali dichiarazioni. Per questo motivo ogni richiesta fatta dal blogger è stata rifiutata, esponendolo così alle conseguenze del caso.
Alla fine della vicenda Night Jack ha assunto le sembianze del detective Richard Horton, operante nel Lancashire. Come prevedibile, all’uomo è stato recapitato un avviso scritto circa l’indagine interna partita a suo carico, volta a chiarire il suo comportamento. Secondo quanto dichiarato da una portavoce delle forze dell’ordine britanniche, Horton “è consapevole che alcuni aspetti della sua attività di commentatore pubblico si sono rivelate al di fuori degli standard di comportamento professionale richiesti ai nostri agenti”. Al momento, comunque, non sembra essere chiaro se e quali provvedimenti disciplinari pendano sul suo capo. L’unica cosa che sembra certa è che il blog in questione non è più disponibile e che il protagonista della vicenda non sembra disposto a rilasciare ulteriori dichiarazioni.
Vincenzo Gentile