Con una nuova, speciale telecamera, in Gran Bretagna si stanno compiendo numerosi test per migliorare la conta in tempo reale degli occupanti di un’autovettura: su certe strade devono essere non meno di due e, soprattutto, umani .
Questa la nuova invenzione dell’inglese John Tyrer, professore dell’ Università di Loughborough , ritenuta la soluzione ideale per meglio vigilare sull’effettivo rispetto delle norme che, in alcune aree, regolano l’uso delle car sharing lane (strade riservate a chi condivide l’auto) e su cui possono transitare solo le autovetture impegnate da non meno di due passeggeri .
Perché umani ? Tenendo presente che, in altre zone e in altri paesi tra cui gli Stati Uniti, spesso si cerca di aggirare i sistemi di sorveglianza disponendo sul sedile un fantoccio o un animale come ad esempio un grosso cane, l’inventore sembra aver trovato il modo per rendere impossibile aggirare il controllo: la speciale telecamera, spiega il Daily Mail , è dotata di rivelatori a raggi infrarossi in grado di individuare il contenuto di sangue e la quantità d’acqua del corpo scandito, determinando così senza incertezze il numero di occupanti e stabilendo se appartengano o meno alla… razza umana.
Secondo le autorità la nuova cam dovrebbe favorire lo sviluppo di progetti per la riduzione del traffico cittadino e di strade riservate al trasporto multiplo, con la prospettiva di trarne beneficio sotto il profilo ambientale.
“Stiamo incoraggiando le autorità locali ad adottare soluzioni innovative per risolvere i problemi creati dalla congestione” ha detto Rosie Winterton, ministro dei Trasporti: “Le strade ad alta frequentazione destinate esclusivamente a veicoli condivisi incoraggiano il car sharing . Contribuiscono inoltre a ridurre l’impatto ambientale e il costo del trasporto stesso”.
Ma Edmund King, presidente della AA ( Automobile Association ), si dice convinto che, all’atto pratico, il car sharing non funzioni: “Molti di noi hanno l’orario flessibile. Non andiamo al lavoro o torniamo a casa tutti alla stessa ora – dice – (le norme che regolano le car sharing lane , ndR) sono estremamente difficili da far rispettare e se sono in tanti a non usarle, le corsie riservate diventano uno spreco di capacità di transito”.
C’è chi, nonostante l’acume tecnologico racchiuso nell’invenzione, ha perplessità sulle sue effettive capacità di discernimento. Non solo: in assenza di un controllo incrociato compiuto con analoga telecamera laterale , viene anche spontaneo chiedersi cosa accadrebbe se il secondo – ed unico – passeggero viaggiasse sul sedile posteriore, in posizione forse troppo defilata per essere “radiografato” dal parabrezza dell’auto.
Marco Valerio Principato