Proteggere i sudditi di sua maestà dalle sempre più dannose frodi telematiche. A questo scopo sono stati dispiegati 4,3 milioni di sterline che nei prossimi tre anni dovrebbero servire per migliorare gli strumenti di prevenzione in mano all’intelligence del Regno Unito.
Questo investimento è stato motivato dal Governo con un bottino di oltre 3,5 miliardi di sterline racimolato da scammer di ogni sorta, che per anni si sarebbero divertiti a beffare i cittadini britannici . Il 72 per cento degli utenti del Regno avrebbe ricevuto almeno una volta nell’ultimo anno una missiva spedita da malintenzionati, e il 10 per cento di questi avrebbe abboccato.
All’aumentare dell’interazione con la Rete aumenta il rischio di cadere in tranelli più o meno astuti orditi da chi vuole lucrare sull’ingenuità dei netizen . Su questa linea si articola il pensiero del ministro Kevin Brennan, il quale commentando lo stanziamento dei fondi ha aggiunto che “Internet sta trasformando rapidamente i modi in cui facciamo acquisti ma allo stesso tempo alimenta i truffatori in cerca di portafogli da ripulire”.
Negli ultimi tempi i truffatori del Web giocano la carta della sensibilità comune, come nel caso delle false iniziative di solidarietà segnalate subito dopo il terremoto che ha devastato Haiti: gli scammer hanno messo in piedi dei meccanismi di raggiro che a prima vista apparivano come uno dei canonici circuiti di raccolta fondi. In realtà il denaro raccolto finiva ovunque fuorché sull’isola caraibica. Il fine ultimo del governo britannico è quindi fare sì che episodi del genere non accadano più.
Giorgio Pontico