È l’ecosistema di blindatura digitale che ha il compito non facile di semplificare la fruizione dei contenuti su dispositivi molto diversi tra loro , e ora si prepara ad approdare su ogni genere di prodotto informatico ed elettronico con un marchio tutto nuovo: il sistema Digital Entertainment Content Ecosystem verrà commercializzato con il brand UltraViolet , con la speranza che i difetti intrinsechi di ogni sistema DRM e l’assenza eccellente dell’accoppiata inscindibile Apple-Disney non pesino più di tanto sulla buona riuscita dell’impresa.
Stando ai piani di Hollywood e dell’industria informatica che supporta l’iniziativa, DECE/UltraViolet permetterà la proliferazione di contenuti digitali protetti garantendo nel contempo tutti i diritti di fruizione che un utente potrebbe voler mettere in pratica: i DRM “plug and play” blinderanno i contenuti che nondimeno potranno essere spostati da PC a smartphone, da download digitali a copie su DVD masterizzati e via dicendo.
UltraViolet è atteso al lancio entro l’autunno, è l’ambizione dei piani del consorzio parrebbe garantita dalla lista dei suoi sessanta membri comprendente protagonisti di assoluto primo piano dell’industria come Microsoft, Intel, AMD, Adobe, Best Buy, Comcast, DivX, Dolby, 20th Century Fox, Sony, HP, IBM, LG, Nokia, Paramount, Panasonic, Samsung, Toshiba, Warner Brothers e molti altri.
Futilità e problematiche tecniche delle tecnologie DRM a parte, l’altra variabile impazzita che pende sul destino di UltraViolet è l’assenza eccellente della coppia Apple-Disney dalla succitata lista di supporter d’eccellenza. Cupertino e la casa di Mickey Mouse sono da tempo legati dagli stessi interessi tecnologico-multimediali in un rapporto suggellato dal doppio incarico amministrativo di Steve Jobs tenuto nelle due società.
Apple e Disney sono dunque destinate a procedere sulla strada di iTunes, iPod, iPhone, iPad e di tutte le altre sigle che Jobs vorrà inserire nella sua Disneyland dei computer in futuro, ragion per cui l’approdo di UltraViolet sul mercato avrà il merito non secondario di saggiare, con la forza bruta di un’intera industria unita dagli stessi obiettivi , quanto effettivamente valga il monopolio di Steve Jobs sulla multimedialità del nuovo secolo e quale destino attende la iPiattaforma (trionfo o irrilevanza?) sul lungo periodo.
Alfonso Maruccia