Dopo anni di attese e discussioni, la piattaforma di DRM universale nota come UltraViolet è quasi pronta all’approdo ufficiale sul mercato. Il consorzio DECE (Digital Entertainment Content Ecosystem) sta per avviare la distribuzione business-to-business della tecnologia ai rivenditori di contenuti, primo fondamentale passo per la commercializzazione di materiale multimediale lucchettato ai consumatori.
Il programma di licensing di UltraViolet previsto da DECE consentirà ai retailer statunitensi di prepararsi in tempo per l’apertura della piattaforma agli utenti, garantendo il rispetto degli standard previsti dalla tecnologia e la possibilità di visionare i contenuti su 12 diversi dispositivi senza la necessità di fare ricorso a laboriosi e problematici processi di riconversione e rimozione delle protezioni DRM individuali.
Un’iniziativa massicciamente supportata dall’industria dell’IT e dalle major del copyright , quella di UltraViolet, con una lista di supporter (consorziati appunto in DECE) che tra le sue fila annovera aziende del calibro di Adobe, Akamai, Dolby Laboratories, IBM, Intel, Paramount, Warner Bros., RIAA, Sony, Microsoft e via elencando.
Secondo l’opinione del general manager Mark Teitell, UltraViolet fornirà ai consumatori “un’offerta migliore che prevede possibilità di download, streaming e copia fisica accessibili su diverse piattaforme”.
Quello che Teitell non dice ma che risulta palese già adesso, è che UltraViolet rappresenterà un test di fondamentale importanza per la capacità dell’industria di ridurre la prevalenza della “pirateria” digitale dei contenuti multimediali, oltre che della reale forza commerciale di cui dispone Apple – l’unico big, assieme alla consociata Disney, a non volerne sapere niente di UltraViolet o di DECE.
Alfonso Maruccia