Solleva attenzione il recente studio che dimostra come gli umani siano creature abitudinarie: si recano ripetitivamente negli stessi luoghi più e più volte.
Lo studio si è avvalso di un campione di 100mila persone , tutte localizzate al di fuori degli Stati Uniti. Per la precisione si è trattato di 100mila utenti di telefonia mobile – rigorosamente resi anonimi ma non al corrente dell’operazione – i cui spostamenti sono stati tracciati per ricavare i dati necessari al perfezionamento dello studio.
Nel corso del test, sono state registrate le localizzazioni dei partecipanti, ad esempio, ogni volta che uno di essi ha inviato o ricevuto un SMS, oppure sono state “fotografate” le posizioni di un certo numero di utenti ad intervalli regolari. Ne è emerso che la maggior parte delle persone si muovono assai raramente per percorsi maggiori di 10 chilometri .
Secondo gli estensori dello studio, tra cui il professor Albert-Laszlo Barabasi e il fisico Cesar Hidalgo, della Northeastern University di Boston, questo sistema può aiutare a prevenire la diffusione di malattie o a pianificare lo sviluppo del traffico urbano. L’iniziativa potrebbe risultare interessante anche sotto il profilo legale, per supportare gli investigatori nell’individuazione dei movimenti di sospetti criminali.
La prova è durata sei mesi ma, secondo i ricercatori, anche tre sarebbero stati sufficienti per giungere al risultato. È la prima volta che uno studio di questo genere si avvale di fonti così numerose – oltretutto inconsapevoli – benché non sia il primo in cui si analizzano i movimenti delle persone: lo ha già fatto il MIT, tracciando un modello in tempo reale del traffico di Roma, ed alcuni ricercatori Microsoft, che hanno applicato tecniche di intelligenza artificiale per aiutare gli automobilisti a scegliere sul momento le strade migliori.
Gli esperti, tra cui Rob Kenny, portavoce della FCC, spiegano che tracciare le persone senza autorizzazione sarebbe illegale negli Stati Uniti, contrariamente al tracking consensuale che non solo è legittimo ma è addirittura venduto come servizio da alcuni operatori di telefonia cellulare statunitensi.
Al di là dei risultati offerti dalla ricerca, c’è chi si chiede come un’iniziativa a tal punto invasiva – benché di ispirazione squisitamente accademica – possa essere stata autorizzata su soggetti stranieri. All’oscuro di tutto.
Marco Valerio Principato
( fonte immagine )