Un allenatore robotico

Un allenatore robotico

Sarà un drone volante il futuro compagno di corsa e allenatore dei corridori solitari
Sarà un drone volante il futuro compagno di corsa e allenatore dei corridori solitari

In principio usavano un megafono e sedevano su Apecar o similari: così gli istruttori erano pronti a incitare i podisti professionisti per migliorare le performance agonistiche. In un futuro non poi così lontano, il personal trainer che trascinerà i corridori incalliti in una corsa all’ultimo fiato forse perderà la sua natura umana, per trasformarsi in un robot volante, come il Joggobot.

Joggobot

Ideato presso l’ Exertion Games Lab dell’australiano Royal Melbourne Institute of Technology ( RMIT ), questo drone altro non è che un quadrocopter (elicottero robotizzato con quattro rotori) dotato di videocamera frontale e di un software di tracking, simile a un AR.Drone .
Attraverso questo sistema video, Joggobot è in grado di riconoscere il corridore monitorando uno speciale pattern grafico arancione e azzurro disegnato su di un’apposita T-shirt, indossata dal podista. In questo modo, Joggobot è capace di volare accanto al corridore, per seguirlo quindi come un compagno di corsa, oppure di porsi a capofila, per svolgere la funzione di allenatore e invogliare quindi il corridore a seguirlo.

Entrambe le modalità di funzionamento possono essere impostate attraverso un’apposita app per smartphone, con la quale è anche possibile memorizzare dei percorsi predefiniti che il drone può compiere, in modo che il corridore lo segua e si alleni senza preoccuparsi della strada che sta percorrendo.

I sensori di prossimità permettono poi di mantenere una distanza costante di circa 3 metri fra il drone e il runner e una distanza dal suolo di sicurezza per evitare impatti. Queste caratteristiche sono comunque modificabili sempre tramite app, così come sono impostabili anche eventuali valori di velocità di crociera del dispositivo.

Inoltre, quando la videocamera del robot non vede più nessuno all’orizzonte, il drone è programmato per atterrare e aspettare che il compagno di corsa lo raggiunga.

In realtà, sarà difficile farsi lasciare indietro da Joggobot, la cui resistenza nella corsa si stima intorno ai venti minuti, pari cioè alla durata delle sue batterie. Un tempo che si rivela piuttosto limitato, anche per i corridori meno allenati.

Dai primi esperimenti condotti in Australia, però, il drone sembra aver dato alcuni importanti risultati, permettendo ai corridori solitari di distrarsi dalla stanchezza, motivandoli così a migliorare le proprie performance di corsa.

Inoltre, sembra che tutti gli sperimentatori abbiano connotato Joggobot come una persona, prorompendo in affermazioni del tipo: “ora è stanco”, quando le batterie del drone si esaurivano. Questo ha permesso ai ricercatori di dare un ulteriore sviluppo al progetto. Infatti, le future versioni di Joggobot probabilmente avranno maggiore personalità, grazie, ad esempio, alla presenza di due occhi robotici, che riconosceranno i gesti delle mani del corridore come comandi per incrementare o diminuire la velocità di volo.

(via Mashable Tech )

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
17 lug 2012
Link copiato negli appunti