Qual è stato il browser che ha vissuto i migliori successi durante il 2020? Difficile a dirsi, visto che Chrome, il nome dominante, apre e chiude l’anno con una percentuale praticamente stabile. tuttavia gli scostamenti nel frattempo sono stati estremamente ampi se si considera che il browser ha toccato una diffusione minima del 65,5% in aprile ed un massimo del 66,3% nel mese di settembre. I picchi al ribasso di Chrome (aprile, novembre e dicembre) hanno corrisposto con i picchi massimi di Safari, a più riprese vicino ad uno storico 20%. A farne le spese è Firefox, inghiottito nella selva di opzioni terze quali Edge o Samsung Internet. Più interessante è notare l’andamento sulla sola area desktop, dove Chrome ha perso da ottobre a dicembre ben il 4% passando dal 70 al 66% a tutto vantaggio di Safari e Edge. Lo scostamento è tuttavia ancora troppo breve e troppo limitato per poter azzardare previsioni sull’anno che viene.
A livello di sistemi operativi il trend più interessante in assoluto è quello di fine annata: Android, che aveva vissuto un attimo di leggero declino nel mese di ottobre, ha vissuto una improvvisa impennata che ha portato il sistema mobile di Google ad un 41,55% complessivo, lasciando iOS poco oltre il 16%. Lato desktop c’è invece una piattaforma Windows che scende al 31,8%, ma il declino è parallelo anche per OSX: il dato è dunque presumibilmente deviato da circostanze contestuali che nell’arco del 2021 potrebbero andare a sfumare, restituendo dati più affidabili in ottica di lungo periodo.
A livello di motori di ricerca, nonostante siano sempre più chiare le sirene antitrust a livello globale, la situazione appare letteralmente congelata: la quota di mercato di Google non si scrolla da un 92% pressoché costante che lascia alla concorrenza (Bing, Yahoo, Baidu, Yandex) niente altro che briciole.
Ben più dinamica è la situazione a livello di social network, dove a livello globale è stato Facebook a imporre la propria legge. L’impennata è avvenuta in modo particolare con la fine della primavera, quando (da maggio in poi) il network di Mark Zuckerberg è arrivato a mettere assieme oltre il 70% della quota di mercato. Parallelamente risultano caduti Twitter e Instagram, con dati che meritano tuttavia maggior approfondimento in virtù di scostamenti un po’ troppo ampi per poter essere duraturi nel tempo.
Certo è che le statistiche sull’annata appena trascorsa dipendono più da un contesto di cambiamento “violento” più che da trend consolidati, ma è proprio da questi forti scostamenti di mercato che potrebbero nascere i trend degli anni a venire. Sono questi numeri che andranno letti in ottica retrospettiva, poiché inevitabilmente da un 2020 tanto complesso non potranno che uscirne vinti e vincitori. Ma le sentenze non possono ancora essere scritte.