È ufficialmente “boom” per la pubblicità online europea. L’ultimo rapporto pubblicato da Forrester Research e citato da BBC , conferma un trend di crescita senza precedenti per il cosiddetto marketing online . Le stime indicano un fatturato di 16 miliardi di euro entro il 2012 – il doppio rispetto al 2006. In pratica, grazie a questo impennata la dimensione online riuscirebbe a conquistare circa il 18% dell’intero paniere pubblicitario, eclissando per crescita ogni altro media tradizionale.
A questo punto gli effetti della rivoluzione annunciata da Nielsen/NetRatings sul modo in cui viene valutata la presenza di visitatori su siti e servizi web potrebbero farsi sentire con maggiore vigore. Layla Pavone , Managing Director di Isobar Communications e Presidente IAB (Internet Advertising Bureau) Italia & Europa, ha peraltro confermato che il peso del Web nel media-mix è destinato a cambiare ulteriormente .
Proprio ieri, peraltro, l’ Osservatorio FCP , partecipato anche da IAB Italia, ha confermato per maggio 2007 una crescita sostanziale dell’advertising online in Italia : rispetto allo stesso meso del 2006 si è registrato un incremento del 43 per cento.
Con il ridimensionamento del valore delle page view , e l’attenta analisi invece dei tempi di permanenza degli utenti sui siti, secondo Pavone sarà possibile “pianificare investimenti pubblicitari o attività di marketing digitale su siti di news o generalisti con maggiore oculatezza”. Preservando e gestendo al meglio uno degli elementi chiave di ogni campagna: ovvero l’esposizione nei confronti del consumatore. “Oggi i consumatori sono esposti a messaggi pubblicitari che provengono da tanti e diversificati mezzi di comunicazione, dalla Tv al cellulare passando naturalmente per la Rete. La variabile temporale della navigazione online diventa un parametro molto rilevante per quelle che sono le fondamenta della strategia di comunicazione digitale di un’azienda, perché offre termini di valutazione unici per quel che concerne il media audit o gli indici di time budget dei consumatori”, ha aggiunto Pavone.
Insomma, prospettive rosee per il web considerando anche che secondo Forrester ormai il 52% della popolazione europea accede regolarmente alla Rete e consuma progressivamente meno televisione.
“Dopo cinque anni dove i grandi marchi si sono bagnati solo la punta delle scarpe nelle acque del marketing online, adesso è bene che comprendano che la Rete è un medium di valore per espandere il mercato, acquisire nuovi clienti e tenerseli stretti”, conclude il documento Forrester. Gran Bretagna, Germania e Francia saranno i primi paesi ad essere investiti dal boom inserzionistico.
Dario d’Elia