Un bracciale per aggirare gli ostacoli

Un bracciale per aggirare gli ostacoli

Microsoft collabora col Governo britannico e le aziende locali per sviluppare un prodotto che renda accessibili le smart-city. Anche per chi è cieco o ipovedente
Microsoft collabora col Governo britannico e le aziende locali per sviluppare un prodotto che renda accessibili le smart-city. Anche per chi è cieco o ipovedente

Microsoft sta lavorando ad una fascia per aiutare i ciechi a muoversi nelle città intelligenti . Il dispositivo, ancora in fase di sviluppo e test, funziona sfruttando le informazioni raccolte dai sensori incorporati in edifici e trasporti pubblici. Sono questi dati ad essere trasmessi alla fascia indossata dall’utente.

La nuova tecnologia indossabile sviluppata a Redmond si chiama Alice , ed è il risultato del progetto condotto per conto del governo britannico e del suo progetto Future Cities Catapult . Quest’ultimo si inserisce nella strategia della Commissione Strategica Tecnologica della Gran Bretagna: insieme ad altri 6 progetti vale circa 1 miliardo di sterline di investimenti nel corso di cinque anni. Future Cities Catapult è dedicato alle smart-city: Microsoft si giova anche del contributo di Guide Dogs per questa iniziativa, associazione di non vedenti.

Il meccanismo di funzionamento prescelto tiene conto di quelle che a giudizio degli ideatori sono le effettive esigenze degli utenti: studiando il loro comportamento in casa e soprattutto fuori sono state individuate le situazioni, come la presenza di una scala, un’ascensore, la scelta del binario giusto alla stazione, individuare una toilette, che inducono il maggior stress e causano maggiori problemi a chi è affetto da deficit visivo. Lì si concentra il lavoro svolto: il feedback fornito guida l’utente, e ovviamente la natura digitale del progetto rende le informazioni fornite dinamiche. Se ci sono lavori in corso ed è necessaria una deviazione dal percorso stabilito, basterà inserire queste informazioni nella rete dei sensori per garantire a chiunque visiti la zona di ottenere l’aiuto necessario. E questo tipo di informazioni può anche essere fruito attraverso altre interfacce da altri gruppi di utenti. Uno smartphone, per altro, può funzionare come terminale finale o di transito per tutti: le informazioni possono essere inviate al device dell’individuo che può poi reimpiegarle nel modo che ritiene migliore.

Alice non è un concorrente di Google Glass, non si occupa di arricchire la vita con informazioni aggiuntive rispetto a quelle della realtà-non-aumentata , ma punta a rappresentare una soluzione ai problemi di vista con un approccio più pratico: le città più grandi del mondo dispongono di un gran numero di infrastrutture costruite anche oltre 50 anni fa, spesso senza tener conto in alcun modo dell’accessibilità. A lungo termine Alice ed il progetto Future Cities Catapult proveranno a migliorare l’esperienza urbana degli utenti e per gli sviluppi futuri dovrebbero essere incluse altre “città, aziende, istituzioni pubbliche ed internazionali”, dopo la sperimentazione avvenuta a Londra.

A livello universitario, inoltre, sono già diversi i gruppi di ricercatori che stanno cercando di trovare soluzioni e tecnologie per i non vedenti: da ultimo è il MIT a presentare FingerReader , un dispositivo che promette di aiutare a leggere chi non può. FingerReader è un dispositivo (per il momento ingombrante), che si indossa come un anello e che digitalizza al volo i testi che si scorrono con il dito offrendone una lettura vocale.


Restando in campo medico, Google infine sta portando avanti il proprio progetto di lente a contatto smart con specifiche funzioni di controllo della glicemia per i pazienti diabetici. Un accordo stretto con Novartis potrebbe garantire una decisa accelerazione del processo di sviluppo: l’azienda farmaceutica francese ha una vasta esperienza in apparecchi elettromedicali , che unita ai brevetti e alla ricerca di Google potrebbe consentire di arrivare in tempi ragionevoli sul mercato.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
17 lug 2014
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