Un bracciale per segnalare in tempo reale l’eventuale rapimento degli attivisti che lottano sul Pianeta, presentato dall’organizzazione svedese Civil Rights Defenders (CRD) nel cosiddetto Progetto Natalia . Citazione non casuale dell’efferato omicidio di Natalia Estemirova , la giornalista russa rapita nell’estate del 2009 mentre lavorava ad un’inchiesta sugli abusi in terra cecena.
Nella visione dei responsabili di CRD, l’utilizzo di un braccialetto simile a quello del Natalia Project avrebbe permesso alla donna di allertare la polizia e di aiutare le ricerche grazie al posizionamento GPS. Il nuovo dispositivo annunciato dall’organizzazione svedese prevede infatti l’invio manuale – o automatico, in caso di aggressione – di una sorta di SOS al quartier generale di Stoccolma .
Con una fornitura stimata in 55 bracciali elettronici entro la fine del 2014 , gli attivisti di CRD hanno incluso le principali piattaforme social nella lista dei canali sfruttabili per lanciare allarmi in caso di rapimento. In modalità GPS, l’organizzazione svedese sarà capace di seguire i movimenti del dispositivo consegnandoli alle autorità per favorire le ricerche degli eventuali scomparsi.
Resta aperto, almeno negli Stati Uniti, il dibattito sull’effettivo funzionamento dei dispositivi indossabili per la localizzazione, sfruttati anche dalla polizia locale per seguire i movimenti di predatori sessuali o soggetti in libertà condizionata. Un’inchiesta condotta dal quotidiano Los Angeles Times ha infatti denunciato la rimozione manuale di migliaia di dispositivi, spesso realizzabile in poco meno di un minuto.
Mauro Vecchio