Che fine fanno i telefonini non più utilizzati? Per la maggior parte vengono abbandonati, rottamati, gettati nella spazzatura . Una fine ingloriosa, oltre che poco compatibile con l’ambiente, che può essere evitata seguendo opportune campagne di riciclaggio. E nel Regno Unito ne è stata varata una piuttosto interessante, che prende il nome di Coolafone .
Il nome di questa iniziativa tradisce le sue origini: il progetto è un’idea di Richard Kilgarriff, fondatore del portale di shopping online Coolaworld , che ha pensato ad un’iniziativa di riciclaggio in collaborazione con gli esperti di Regenersis . Per Coolafone, Kilgarriff dichiara di voler contribuire a ridurre la montagna di rifiuti elettronici che finiscono in discarica ogni anno. “Si cambiano circa 18 milioni di telefonini all’anno” osserva, “ma solo il 20% dei telefoni scartati vengono riciclati”.
La dinamica dell’iniziativa è presto spiegata: Coolafone ritira i cellulari scartati dagli utenti, incentivandoli con un “premio”. Come spiega il Guardian , per un Sony Ericsson w850i consegnato a Coolafone, si può ottenere una confezione regalo dalla Fine Food Company, o un abbonamento alla rivista Marie Claire. E con un vecchio Nokia 1100 si possono avere, ad esempio, un paio di download gratuiti da iTunes.
Il sito web Coolafone converte i vecchi telefoni in “coolacredits” che possono poi essere scambiati per un e-voucher da utilizzare presso i Coolapartners , un insieme di esercizi commerciali che comprende boutique, alberghi, aziende alimentari, case editrici. L’utente, inoltre, può decidere di convertire il bonus a lui spettante in una donazione benefica.
Un passo più in là di Mopay e Mazuma , che ritirano telefonini in cambio di piccole somme cash. Secondo Kilgarriff, Coolafone dà un valore aggiunto: “Stimo che questo tipo di mercato, per il 99%, sia legato ad iniziative che offrono denaro contante. Noi invece trattiamo Coolacredits e questo ci consente di trattare all’ingrosso le offerte con i nostri Coolapartners “. Fino ad oggi sono otto, ma Mark Franklin, direttore di Regenersis, auspica di riuscire presto ad ampliare questo numero.
E naturalmente i cellulari non vengono accumulati in un capannone a marcire: “Ricicliamo tutto ciò che non è immediatamente riutilizzabile – assicura Franklin – se invece lo è gli diamo una seconda vita, ridistribuendolo nei mercati emergenti”. L’obiettivo per il prossimo anno è di un milione di telefoni riciclati.
Dario Bonacina