Leggo una puntata dell’ottima rubrica Contrappunti dell’amico Massimo Mantellini che, contrariamente al solito e per la prima volta in assoluto, non posso sottoscrivere al 100%. Si tratta ovviamente del tormentone su Fon, su cui forse si è ormai detto e scritto troppo, particolarmente da me e specialmente rispetto a problemi ben più gravi di cui la Rete soffre nel nostro Belpaese. A questo punto gli interessati ed i potenziali interessati che seguono Punto Informatico hanno molte informazioni per prendere una decisione meditata di cui, come sempre dovrebbe accadere nella vita, si assumeranno poi la responsabilità.
Dove sta la critica? Contesto un abuso di “probabilmente” assolutori che ingenera quello che, se lo facessero altri, chiameremmo concordemente se non FUD almeno UD (Uncertainity and doubt, incertezza e dubbio). È una sfumatura che sposta i temini della questione e dribbla dei “paletti” che a mio parere debbono essere sempre ben chiari, anche quando si parla di amici o di cose che piacciono, come per me è stato Fon. La questione è binaria, non ci sono mezze misure, il bicchiere non puo’ essere mezzo pieno o mezzo vuoto.
L’iniziativa Fon oggi in italia non è “probabilmente illegale” e nemmeno “marginalmente illegale”. È illegale e basta, così illegale che lo puo’ vedere chiunque leggendosi due articoli di legge, anche senza l’ausilio di un legale. Illegale sotto ben due leggi diverse (legge Gasparri e decreto Pisanu). Illegale sotto due leggi (repellenti) che non sono state scritte così per caso, ma per ottimi (dal punto di vista di chi le ha ispirate) motivi noti a tutti. Illegale anche penalmente.
Aggiungere un “probabilmente” suona più accettabile, in certi ambienti assolutorio, più tollerabile. Ma anche errato e fuorviante. Proviamo a vedere le cose le cose dal punto di vista di un possibile Fonero quale io sono stato. Infatti, se non fosse chiaro io sono un Fonero, pentito ma lo sono, e se Fon vorrà da me i restanti 25 euro del router che tengo inattivo, glieli dovro’ dare a norma di contratto.
Cosa ci si aspetta da un’azienda commerciale qualsiasi che fa un’offerta di servizio al pubblico? Tre cose:
– Validità tecnica e “filosofico-estetica” del servizio
– Correttezza nella comunicazione, pubblicitaria e contrattuale
– Correttezza nella fornitura del servizio
Tralasciamo il primo punto, che non è qui in discussione. Il secondo punto parifica Fon ad aziende come alcune di quelle che forniscono servizi ADSL e GSM in Italia. Normalmente queste aziende comunicano con una antologia di messaggi equivoci ed esposti in modo da favorire al massimo il fraintendimento nella direzione prescelta; a questo campo appartengono banali trucchetti come la voce che legge due frasi mentre sullo schermo ce ne sono tre, i messaggi che scorrono in fondo allo schermo, illeggibili alla risoluzione PAL e così via.
L’esordio “Movimiento Fon” ed il costante riferimento a “Community” sono un messaggio di questo tipo, che offusca un normale rapporto cliente/fornitore. Non è un difetto od un errore, basterebbe altrimenti poco a correggerlo; è a mio parere una scelta di fondo, probabilmente figlia di un ben costruito piano di business. Controesempi di questo modo di porsi verso il potenziale cliente sono, ad esempio, Skype e NoCable , che forniscono messaggi magari non sempre chiarissimi e completi ma certamente non fuorvianti.
Il terzo punto si esaurisce presto. Fon mi offre un servizio che rischia di farmi andare in galera e/o di essere oggetto di multe astronomiche senza comunicarmelo (anche se la cosa appare improbabile per un privato), pur essendone perfettamente a conoscenza. In questo credo che abbia stabilito un record, italiano se non mondiale, di scorrettezza formale e sostanziale per i suoi utenti/partner. Per me rimane assolutamente “not recommended”. Anche se l’iniziativa, semplicemente resa più chiara e rispettosa degli utenti e senza cambiare nient’altro, sarebbe buona e giusta.
Un saluto,
Marco Calamari (*)
(*) = M.C. è il tenutario della rubrica Cassandra Crossing su Punto Informatico