Parigi – Un cracker si è introdotto in uno dei computer del quartier generale di Jean-Marie Le Pen, storico leader dell’estrema destra francese, apparentemente con l’intento di rendergli più difficile la conquista di una candidatura alle prossime elezioni presidenziali in Francia.
Le cronache di queste ore affermano che la polizia ha confermato l’incursione informatica con la quale l’ignoto cracker si sarebbe procurato una lista dei funzionari pubblici eletti nelle amministrazioni francesi che intendono sostenere la candidatura Le Pen. Non è una cosa da poco: per potersi presentare, Le Pen deve conquistare il supporto di almeno 500 funzionari ma ora la strada parrebbe tutta in salita. I nomi dei “supporters” già iniziano a girare e, vista la particolarità delle posizioni politiche di Le Pen, molti potrebbero decidere di ritirarsi e di non sostenere la sua candidatura.
Almeno questo è quanto Le Pen (nella foto) denuncia – il cracker è già stato fermato per accertamenti dalla polizia – sebbene i suoi oppositori politici denuncino il caso come una manovra che consente all’anziano leader di giocare il ruolo della vittima per conquistare consensi.
Non è del tutto chiara peraltro la tecnica utilizzata dal cracker per impossessarsi di quei nomi. The Register , tra gli altri, cita quella che appare un’azione di phishing , che avrebbe consentito all’aggressore di scoprire i codici di accesso a quel computer.
Va anche detto che in Francia non è il primo caso di “sabotaggio informatico” denunciato alle autorità. Casi che si ripetono sempre più frequentemente e che sono oggetto, anche in Italia, di inchieste rese tanto più “bollenti” quanto più conosciuti sono i politici coinvolti.