Quando viene proiettato nelle sale cinematografiche un kolossal di tre ore interamente girato in 3D, la pesca nel popoloso mare aperto del file sharing potrebbe di colpo rivelarsi infruttuosa. Film troppo lungo, tecnologia troppo avanzata. E invece no. Dopo aver incassato 2,6 miliardi di dollari in tutto il mondo, Avatar si è trasformato progressivamente in uno dei film più scaricati della storia del P2P.
Ma James Cameron – già regista di altri film sbancabotteghino come Titanic – sembra convinto di aver fornito con il suo lungometraggio uno strumento più che prezioso nella lotta alla pirateria online. Anzi, decisivo. La chiave per stroncare definitivamente il file sharing selvaggio risiederebbe in una semplice idea: realizzare film talmente innovativi da poter essere ammirati solo ed esclusivamente al cinema .
Il regista canadese ha recentemente parlato a ruota libera nel corso di una tavola rotonda organizzata presso l’ultimo CTIA Wireless di Las Vegas. Un incontro a cui ha partecipato anche Biz Stone, co-fondatore di Twitter. “Nel mondo del cinema ci sentiamo minacciati dalla pirateria – ha spiegato Cameron – Abbiamo visto cosa è successo all’industria musicale. Ma con le reti 4G e la legge di Moore , possiamo battere questo fenomeno”.
Cameron ha dunque criticato l’approccio finora mostrato dal settore musicale, molto fermo quando si tratta di denunciare e poco attento allo sviluppo di esperienze davvero nuove per gli utenti. Esperienze che invece un film come Avatar (e tutte le sue future reincarnazioni) può offrire agli spettatori, non soltanto nei cinema, ma anche sul formato DVD e sui dispositivi mobile come iPhone .
“Le persone sono molto selettive quando si tratta di vivere un’esperienza – ha continuato il regista di Avatar – Vogliono possederla, riviverla sul proprio iPhone in qualsiasi momento. Così come vogliono vivere l’esperienza sociale di andare al cinema. Queste sono esperienze davvero diverse. E penso che possano tranquillamente co-esistere nello stesso ecosistema”.
Cameron ha dunque proseguito il suo intervento con un pizzico di ironia. Se i pirati della Rete sono riusciti a mettere online un film di tre ore, allora il suo prossimo impegno sarà quello di realizzarne uno di cinque. Al di là della minaccia promessa, il regista canadese sembra non aver fatto una piega ad una domanda riguardante gli ultimi Oscar e la sua ex-moglie (la regista Kathryn Bigelow). “Se dovessi scegliere tra la statuetta e i 2,6 miliardi di dollari, credo sceglierei i soldi”.
Mauro Vecchio